16/09/2015, 00.00
INDIA
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Festa del monastero carmelitano di Baroda: “Anche i non cristiani trovano Dio”

di Nirmala Carvalho
Il monastero Prem Jyot (Luce d’amore) è stato fondato nel 1983 su impulso del defunto vescovo Ignatius Salvador D’Souza. La comunità locale rispetta e stima le religiose. Anche i non cristiani pregano nella cappella, “inondata della luce d’amore di Cristo”. Il rito della ripetizione del nome di Maria per 1000 volte.

Mumbai (AsiaNews) - Le suore carmelitane scalze della diocesi di Baroda (nello Stato indiano del Gujarat) hanno celebrato ieri il 32mo anniversario della fondazione del monastero Prem Jyot (Luce d’amore), nel giorno della festa della Madonna Addolorata. Il monastero è stato inaugurato il 15 settembre 1983 dal card. Agostino Cacciavillan, nunzio apostolico, alla presenza di mons. Ignatius Salvador D’Souza, defunto vescovo di Baroda, e di madre Elisabeth, priora del monastero carmelitano di Mumbai. Suor Marie Gemma Ocd, madre priora di Prem Jyot, commenta ad AsiaNews: “[Qui possiamo] vivere la nostra vita contemplativa e perfino i non cristiani sono i benvenuti e trovano Dio”.

Il convento nasce dall’impulso di mons. D’Souza, primo vescovo della diocesi di Baroda, che ha chiesto alle monache di clausura di creare un monastero per “servire la Chiesa e il suo popolo attraverso una vita dedicata alla preghiera”. All’inizio vi erano solo otto sorelle carmelitane e la struttura è stata costruita dall’architetto spagnolo p. Carsi sj in modo da catturare la luce del sole (da qui il nome). “In questo modo - dice suor Gemma - il monastero è luogo di luce, dove ognuno può incontrare l’amore di Cristo”.

La priora riferisce che le carmelitane hanno buoni legami anche con i non cristiani del luogo, che frequentano il monastero e chiedono alle suore di intercedere per loro attraverso la preghiera. “Essi si fermano nella nostra cappella, immergendosi nella bellezza e nel silenzio di contemplazione”, riporta. I medici locali - non cristiani - offrono anche cure gratuite e assistenza sanitaria a tutte le consorelle.

Il 12 settembre scorso tutta la comunità si è riunita per celebrare la festa del Nome di Maria e ha ripetuto il nome della Madonna per 1000 volte di seguito. “Questo tipo di adorazione - spiega suor Gemma - ha avuto origine con le sorelle carmelitane francesi e si ripete ogni anno. Noi carmelitane preghiamo per l’adorato Santo Padre, papa Francesco, per le sue intenzioni e per tutta la Chiesa universale, in India e in Asia. Inoltre le suore pregano anche in maniera individuale e per le richieste delle persone del posto”.

La religiosa spiega che il rito di ripetere il nome di Maria per 1000 volte “infonde gioia immensa e ci avvicina a Maria. Lei è Madre, Regina e Sorella”. La stessa venerazione è stata attuata anche durante le celebrazioni del 500mo anniversario della nascita di santa Teresa d’Avila. Secondo la madre, il rituale in quell’occasione ha avuto un significato ancora più intenso, perché negli scritti della santa si riscontra una immensa devozione alla Madre di Cristo.

Nella dottrina di santa Teresa, “esiste la profonda convinzione che i misteri dell’umanità di Cristo e della Vergine Maria sono parte dell’esperienza mistica di coloro che tendono alla perfezione. Tra i valori caratteristici della Vergine che santa Teresa ha proposto ve ne è uno su tutti: Maria è la prima cristiana, discepola di Dio, che ha seguito Cristo persino ai piedi della croce. Maria è modello di totale adesione all’umanità di Gesù e di comunione con lui nei suoi misteri, in un modo tale che diviene modello di contemplazione basato sulla sacra umanità”.

Negli scritti di santa Teresa di Gesù si legge: “È importante sapere che nostro Signore è lieto di ogni servizio reso a sua Madre e grande è la sua grazia. Ho trovato il favore della Vergine Sovrana in tutto quello che ho chiesto a lei, e alla fine lei mi ha attirato a sè”.

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