05/01/2007, 00.00
SRI LANKA
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Fino a due anni di carcere per chi usa buste e incarti di polietilene

di Melani Manel Perera
La Central Enviroment Authority bandisce l’uso dei materiali prodotti col diffuso polimero, ma non offre alternative alla popolazione. Chi viola la nuova legge può addirittura finire in carcere.
Colombo (AsiaNews) – Multe fino a 10 mila rupie (100 dollari) e carcere fino a due anni. E’ quanto rischiano i cittadini dello Sri Lanka che non si adegueranno al divieto da parte della Central Enviroment Authority di produrre, vendere o utilizzare prodotti in polietilene che abbiano uno spessore inferiore ai 20 micron. Secondo la norma, che è entrata in vigore questo mese, risultano incluse tra i manufatti vietati le buste per la spesa, ma anche le pellicole per incartare i cibi, che entrano a contatto diretto con gli alimenti.
 
Secondo rapporti locali, lo Sri Lanka importa circa 120,000 tonnellate di plastica ogni anno; per il 50% si tratta di polietilene ad alta densità, con il quale vengono realizzati i prodotti messi al bando.
 
“E’ un buon provvedimento ma è stato attivato senza un piano adeguato. Il governo avrebbe dovuto dare delle alternative prima di decidere il divieto; oggi come oggi i prodotti in polietilene sono largamente utilizzati da tutti” ha dichiarato ad AsiaNews Ajith Rohan, 41 anni, manager cattolica della Wayamba Development Bank, una famosa banca rurale nel distretto di Kurunegala, a circa 80 chilometri dalla capitale del paese, nell’entroterra.
 
Ajith Rohan ha affermato che nei villaggi ci sono altri materiali che possono essere utilizzati in sostituzione di quelli fatti in polietilene, ma che dovrebbe essere diffusa una giusta consapevolezza del problema. “E’ importante” ha continuato Ajith Rohan “diffondere in modo scrupoloso tra la gente sia i dettagli del bando che i possibili materiali alternativi da utilizzare. Se non verranno date alternative, il bando si rivelerà un altro fallimento nelle politiche ambientali del Paese.
 
“Possiamo usare le foglie di banano per incartare i nostri cibi, ma non tutti possono reperirle facilmente. Il governo, prima di rendere operativo il divieto, dovrebbe fare in modo che i materiali alternativi siano per tutti a portata di mano. Se la gente li potesse trovare facilmente nei mercati, tutti seguirebbero le richieste del governo” ha dichiarato ad AsiaNews un’insegnante di Scienze presso una famosa scuola femminile di Colombo, la capitale.
 
Santini Fernando, un’altra insegnante di scienze di Colombo ha affermato: “Questo materiale tossico viene spesso utilizzato per incartare cibi cotti; come insegnanti possiamo educare gli studenti ad utilizzare materiali non nocivi.
 
Una verduraia di un centro commerciale a 15 chilometri a nord della capitale ha dichiarato:”Anche noi vogliamo seguire le richieste del governo, ma la gente quando viene a fare la spesa dovrebbe portare con sé buste di carta o di stoffa. Quando vengono senza niente, automaticamente dobbiamo vendergli le buste di plastica. Che dobbiamo fare? Il governo dovrebbe dare subito delle alternative e chiedere alla gente di usarle”.
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