11/01/2005, 00.00
PALESTINA
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Forte partecipazione dei cristiani alle elezioni palestinesi

Sociologo di Betlemme: C'è speranza e incertezza tra la gente. Con Abu Mazen nessun problema per i cristiani. Giovedì 13 gennaio, conferenza stampa di mons. Sabbah sui risultati elettorali.

Betlemme (AsiaNews) –  All'indomani delle elezioni che hanno visto la vittoria di Mahmoud Abbas (Abu Mazen) alla presidenza dell'Autorità Nazionale Palestinese (ANP), il clima tra i palestinesi cristiani è "misto", ma di "grande speranza". Da una parte alcuni apprezzano il "pragmatismo" di Abu Mazen, le sue buone intenzioni di muoversi verso la pace e i colloqui con Israele. Altri nutrono seri dubbi che le intenzioni si trasformino in fatti concreti. "La situazione è difficile. Se Israele, America e Europa insieme a paesi arabi come Egitto Giordania e Siria non lavoreranno insieme per avvicinarsi alla pace, Abu Mazen potrà fare poco". In generale, però, quello che si avverte è un clima di speranza e fiducia, "tutti ci aspettiamo cambiamenti". Sono questi alcuni dei commenti che il prof. Bernard Sabela, ha rilasciato ad AsiaNews. Sabela è professore di Sociologia all'università pontificia di Betlemme.

Secondo lo studioso la maggioranza dei cristiani si è espressa a favore di Abu Mazen, ma una piccola minoranza ha votato per Moustafa Barghouti. Ad ogni modo i cristiani hanno partecipato "attivamente" alle elezioni del 9 gennaio.

"La partecipazione della comunità cristiana – ha detto Sabela –  è stata forte; in totale hanno votato tra i 23 e i 25 mila cristiani". Il professore racconta di aver votato a Gerusalemme e di aver incontrato "molte famiglie cristiane" ai seggi. "In alcuni villaggi cristiani - ha continuato - i sacerdoti non hanno dato indicazioni precise sul voto, ma hanno fatto notare alla comunità che loro stessi erano andati alle urne prima di celebrare la messa ".

Quando chiediamo quali saranno le prospettive per i cristiani in Palestina dopo le elezioni, il docente dice di non essere "affatto preoccupato". La preoccupazione dei cristiani è "quella di tutti i  palestinesi: che si arrivi alla pace tra Palestina e Israele". Secondo Sabela, che lavora anche all'interno del Middle East Council of Churches (MECC), le relazioni tra cristiani e musulmani in Palestina sono sempre state buone: "In pochi ricordano che a Gaza, su una popolazione di 1 milione e 300 mila palestinesi musulmani, c'è una piccola comunità di 2 mila e 500 cristiani e le due realtà convivono in modo eccellente". Sabela afferma che persino negli uffici del "nuovo presidente lavoreranno dei cristiani".

La Chiesa cattolica non ha ancora rilasciato commenti ufficiali sul risultato delle elezioni palestinesi. Ci si aspetta che il patriarca latino di Gerusalemme, mons. Michel Sabbah, si esprimerà sull'argomento il 13 gennaio, giovedì prossimo, in una conferenza stampa a Gerusalemme. Sabbah è attualmente impegnato con rappresentanti delle Conferenze episcopali internazionali per discutere della situazione dei cristiani in Terra Santa. Sabela riferisce che il MECC si congratula con il nuovo presidente e gli augura il meglio nell'esercizio del suo mandato. Riguardo alla situazione palestinese l'ultima dichiarazione della Chiesa in Terra Santa, ricorda il professore, è quello che ha detto mons. Sabbah durante la messa di Natale: "Abbiamo bisogno di persone coraggiose che lavorino per la pace e portino dignità alla nostra gente". (MA)

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