31/12/2004, 00.00
SRI LANKA
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Sri Lanka: solidarietà anche dai più poveri

di Danielle Vella
P. Sunil de Silva, segretario dell'arcivescovo di Colombo, racconta che cattolici, buddisti, leader politici e ribelli Tamil sono uniti nella ricostruzione del paese. Oggi è giornata di lutto nazionale per le oltre 25 mila vittime dello tsunami.

Colombo (AsiaNews) – La tragedia causata dallo tsunami in Sri Lanka ha spazzato via intere comunità, ma sembra aver portato via dietro di sé anche le differenze sociali, etniche e religiose. Padre Sunil de Silva, segretario dell'arcivescovo di Colombo, ha raccontato ad AsiaNews la solidarietà "incredibile" che tutto il paese sta dimostrando verso i superstiti del maremoto, che il 26 dicembre ha ucciso oltre 25 mila persone nel solo Sri Lanka."L'appello dell'arcivescovo a inviare aiuti immediati alle vittime è stato accolto immediatamente" ha detto p. de Silva. "Tutti, a partire dai più poveri si sono mobilitati e stanno dimostrando una grande generosità". Al momento nelle zone sud dello Sri Lanka, la collaborazione è compatta nei soccorsi alle vittime. Padre de Silva racconta di 14 chiese trasformate in rifugi per i senzatetto e di monaci buddisti che vengono ad aiutare nella distribuzione di cibo e vestiti, ma "alcuni vanno oltre": 4 templi hanno aperto le loro porte per dare ospitalità anche a gente di altre religioni. "Questa solidarietà è incoraggiante, buddisti e cattolici stanno operando insieme per lo stesso fine e non esistono distinzioni di casta, credo o appartenenza politica". Il segretario del vescovo specifica che tutte le abitazioni lungo la costa ovest a Beruwala, Paiyagala e Wadduwa sono distrutte: "la gente ha bisogno di ogni cosa, ma prima di tutto servono donazioni in denaro, vestiti e cibo". Per riuscire a portare aiuti immediati, l'arcidiocesi di Colombo sta coordinando le sue operazioni di soccorso con quelle delle organizzazioni governative e le Ong locali.

In Sri Lanka le relazioni tra le maggioranze buddista e musulmana e le minoranze cristiana e indù sono spesso tese. Lo scorso 19 dicembre una chiesa cattolica nei pressi della capitale, è stata attaccata e incendiata. Dalla dinamica dell'incidente la polizia ha dedotto che si è trattato di un attacco premeditato; i sospetti si concentrano su gruppi politici di buddisti estremisti, che non gradiscono la presenza cristiana nella zona. La situazione è complicata, inoltre, da scontri etnici e politici e da una fragile tregua, che dal febbraio 2002 sancisce i rapporti tra il governo e i ribelli delle Tigri Tamil. Lo tsunami, nonostante la portata della sua tragedia, potrebbe trasformarsi in un'occasione di avvicinamento tra le due parti. Il governo ha invitato i ribelli del nord est, anch'essi colpiti dal maremoto, a contribuire alle operazioni di soccorso. Ieri il presidente Chandrika Kumaratunga ha stretto la mano a 2 donne delle Tigri impegnati in un campo di accoglienza; il capo dell'ala politica dei ribelli, S P Thamilselvan ha commentato il gesto come un segno di rapporti futuri migliori. "Se le intenzioni di collaborazione si trasformeranno in azioni, potrebbe essere un passo positivo verso una maggiore fiducia e la pace". L'arcivescovo di Colombo, mons. Oswald Gomis, ha fatto un appello a tutti i leader politici perché lavorino uniti per "ricostruire il paese"; ha poi invitato i cattolici a pregare e in particolare oggi, giornata dichiarata dal governo lutto nazionale.

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