22/07/2009, 00.00
MEDIO ORIENTE
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Fragilità economica e politica, donne e rifugiati: “sfide” di oggi per i Paesi arabi

Un rapporto delle Nazioni Unite evidenzia i problemi da affrontare nella prospettiva dello sviluppo. La diminuzione del prezzo del petrolio ha evidenziato i limiti di un’economia basata quasi solo sulla vendita del greggio. La regione ospita quasi la metà di tutti i rifugiati del mondo. La violenza sulla donna, resa più acuta da sistemi patriarcali e in Paesi ove la predominanza maschile è prevista per legge.
Beirut (AsiaNews/Agenzie) – Nei Paesi arabi, complessivamente poco popolati, ci sono 7,5 milioni di rifugiati, quasi la metà di quelli esistenti nel mondo intero. Con le donne, la disoccupazione, la debolezza delle istituzioni e l’insicurezza per lo sviluppo economico dovuta alla diminuzione del prezzo del petrolio è uno dei maggiori problemi che si pongono oggi di fronte agli Stati arabi. E’ quanto emerge da uno studio sponsorizzato dalle Nazioni unite e dedicato alle “Sfide per la sicurezza umana nei Paesi arabi” che, in 228 pagine esamina tutti gli aspetti e le prospettive di sviluppo di tali nazioni.
 
La situazione economica, intanto. La diminuzione del prezzo del petrolio ha colpito lo sviluppo di molt nazioni arabe e si traduce in una grave insicurezza per il loro sviluppo economico e il tenore di vita dei cittadini. Secondo il rapporto, il petrolio rappresenta il 70% delle esportazioni di questi Paesi, che negli anni scorsi hanno investito poco in infrastruttur, agricoltura e produzione di manifatture. I loro governi hanno, invece, aumentato le importazioni, fiduciosi di poter continuare a farlo grazie all’alto costo del petrolio. Ne deriva che le fluttuazioni del prezzo del greggio hanno conseguenze dirette sui bilanci pubblici. E ieri il greggio era venduto a 63,29 dollari al barile, dopo aver toccato, l’estate scorsa, i 147 dollari.
 
Gli Stati arabi nel loro insieme hanno poi una disoccupazione del 14,4%, rispetto al 6,3% mondiale, i bambini malnutriti e sottopeso sono il 12%, il doppio rispetto ai Paesi poveri del sudest del Continente. AdelAbellatif, vicedirettore del Programma di sviluppo Onu per i Paesi arabi, sostiene che “non è un problema politico e di buon governo: va cambiato il modo in cui i governi gestiscono l’economia”.
 
Alla fragilità economica, secondo il documento, si uniscono quella politica e sociale, che rendono i Paesi arabi particolarmente vulnerabili a fattori esterni. Per ciò che riguarda le donne, vale in modo particolare la generale raccomandazione di varare una legislazione che sia in linea con le convenzioni internazionali. Sebbene, nota uno degli autori del Rapporto, violenze contro le donne ci siano in tutto il mondo, esse sono particolarmente frequenti in Paesi – come numerose nazioni arabe - ove vige un regime patriarcale, il delitto d’onore e la predominanza maschile è prevista per legge. Qui esse sono sottoposte a violenze che avvengono “soprattutto in famiglia, su mogli e sorelle, figlie e madri”. Le donne arabe, peraltro, hanno in media 3,6 figli, a fronte di una media mondiale di 2,6. “Con questa crescita – si legge nel documento – la regione è previsto che nel 2015 avrà 385 milioni di abitanti”
 
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