01/09/2022, 11.00
ISRAELE - PALESTINA
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Gerusalemme promuove lo studio dell’arabo (parlato) nelle scuole ebraiche

Il progetto, avviato lo scorso anno e ora rafforzato, intende favorire le relazioni fra le comunità, soprattutto fra i giovani. Prevista l’adesione di 30 scuole, che si avvalgono dell’insegnamento di universitari arabi del settore orientale. A Tel Aviv una mappa scolastica che mostra la “Linea Verde” diventa fonte di polemica fra il comune e il ministero dell’Istruzione. 

Gerusalemme (AsiaNews) - Nel tentativo di creare maggiori legami e di facilitare le relazioni fra israeliani e palestinesi, quantomeno fra i banchi di scuola, la municipalità di Gerusalemme lancia un nuovo corso nell’ambito della programmazione didattica, chiamato “Ahlan” [Ciao, ndr]. Intende favorire l’insegnamento della lingua araba - parlata di uso comune, non letterario - nelle scuole ebraiche della città santa a partire dalla settimana prossima, in concomitanza con l’inizio ufficiale del nuovo anno scolastico 2022/23. 

Il curriculum, ideato dal locale ufficio dell’Istruzione, è nato per accendere una “luce positiva” e favorire una connessione con la lingua araba, favorendo i collegamenti fra il settore orientale e quello ovest di Gerusalemme. E, soprattutto, per fornire ai bambini nuovo mezzi per comunicare perché l’accento è posto sull’arabo parlato più che su quello scritto e letterario, già presente in molti curricula di lingua araba nelle scuole ebraiche. 

Un passo importante dell’amministrazione comunale di una città che si presenta unita sulla carta, ma nella quale emergono profonde spaccature fra comunità legate alla religione o all’etnia di appartenenza. E che, non di rado, sfociano in attacchi o violenze verso la parte contrapposta come emerso di recente quando giovani ebraici hanno colpito autisti di tram arabi o il raid contro israeliani da parte di alcuni palestinesi nei pressi della tomba di Samuele, a nord di Gerusalemme. 

Negli ultimi anni si era andata perdendo l’abitudine di studiare arabo nelle scuole ebraiche, tanto che negli ultimi cinque anni si è registrato un terzo in meno di studenti ebraici che presenziavano all’esame di lingua araba, peraltro studiato più a livello letterario che nel parlato. Un’altra prova del declino dell’arabo in Israele emerge a livello di legislazione, con la National Law del 2018 che lo ha declassato da lingua ufficiale a lingua con “uno status speciale”, mantenendo la sola lingua ebraica come ufficiale a pieno titolo.

Il nuovo curriculum del comune di Gerusalemme ha preso il via lo scorso anno come progetto pilota, all’interno di 21 scuole di Gerusalemme ovest e si è avvalso del contributo per l’insegnamento della lingua di 12 studenti universitari arabi del settore orientale della città. In cambio di una borsa di studio, essi hanno garantito 120 ore annuali di insegnamento della lingua distribuendosi in varie aule della città. Per il nuovo anno è prevista l’adesione di 30 scuole dalla quinta all’ottava classe e vedrà il contributo di almeno 50 studenti arabi.

L’organizzazione Madrasa e il programma “Common Study” hanno curato la stesura del piano studi e, per agevolare il progetto, ciascuna scuola potrà adattarlo come meglio ritiene alle proprie esigenze, facendo ampio uso di canzoni, giochi e altri strumenti ludici nell’apprendimento. In un’ottica di “comprensione” e di “abbattimento” dei muri, il ruolo della lingua viene considerato sempre più di “fondamentale importanza” e va appreso in una “realtà condivisa”. Il progetto ha ricevuto anche il plauso del sindaco Moshe Leon, che in una nota diffusa attraverso il portavoce sottolinea che imparando l’arabo, gli studenti “possono conoscere una storia e una cultura ricche, ma soprattutto parlare e dar vita a un dialogo produttivo”.

Restando in tema di istruzione, se Gerusalemme cerca l’inclusione a Tel Aviv una nuova mappa di Israele redatta per uso scolastico ha sollevato feroci polemiche. La cartina, che utilizza il termine “sovereignty line”, è finita nel mirino del ministero dell’Istruzione perché non autorizzata e “pregiudiziale”. Essa mostra la cosiddetta “Linea Verde”, la linea di confine pre-1967 stabilita dagli accordi del 1949 arabo-israeliani che non costituisce un confine in senso stretto, ma sancisce la situazione esistente de-facto fino al 1967. In passato il ministero stesso aveva approvato una norma che vieta di mostrare la “Green Line” nelle mappe a uso scolastico. 

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