12/11/2010, 00.00
PAKISTAN
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Giustizia e Pace: la condanna di Asia Bibi è un incitamento al crimine

Peter Jacob, segretario di Giustizia e pace sottolinea che la condanna a morte è una conclusione ingiusta, che non tiene conto degli abusi legati alla legge sulla blasfemia. Nazir Batthi chiede al governo di cancellare la sentenza. In precedenza l'hanno fatto per alcuni terroristi.

 Islamabad (AsiaNews) –  La sentenza contro Asia Bibi è un vero e proprio incitamento al crimine. L’offesa all’islam non c’è mai stata in realtà. Il giudice non ha tenuto conto di come si abusa con facilità della legge sulla blasfemia e ha emesso una condanna così dura”. È quanto afferma ad AsiaNews Peter Jacob, segretario nazionale di Giustizia e Pace in Pakistan, in merito alla condanna a morte della operaia agricola di 37 anni emessa da un tribunale del Punjab lo scorso 7 novembre.  

“Noi – continua Jacob - condanniamo in modo assoluto questo modo di fare e chiediamo al governo di agire per frenare gli abusi della legge sulla blasfemia”.

Asia Bibi, madre di due figli, è la prima donna ad essere condannata a morte per blasfemia ed è in carcere dal 2009. Secondo i giudici avrebbe offeso il profeta Maometto durante una discussione avvenuta di fronte ad alcuni colleghi di lavoro. In realtà la donna aveva semplicemente risposto alle colleghe che definendola infedele la invitavano ad abbandonare il cristianesimo. Per questo Asia è stata prima picchiata e poi denunciata alla polizia di Ittanwali (Punjab) che l’ha arrestata con la falsa accusa di blasfemia.

Nazir S. Bhatti, responsabile del Pakistan Christian Congress (Pcc) definisce il caso di Asia un grave attentato al dialogo interreligioso, dato che la donna è stata condannata a morte solo per aver commentato il profeta e non per un’offesa. “Il presidente del Pakistan e il Ministro dell’Interno – afferma – hanno il potere di ritirare e riconsiderare ciascun caso controverso, come previsto dalla costituzione. Vi sono stati in passato condanne per terrorismo impugnate dal governo e cancellate, ma nel caso di Bibi perché l’amministrazione non si è pronunciata?”. “In Pakistan – aggiunge – 2 milioni cristiani vengono trattati come cittadini di serie B, mentre il governo islamico non ha remore a liberare i terroristi”.

Nonostante il silenzio delle autorità, in questi giorni diversi rappresentanti della società civile pakistana, cristiani e musulmani si stanno mobilitando per Asia Bibi e per chiedere l’abrogazione della legge sulla blasfemia.

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