23/05/2025, 10.36
CINA
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Gli sforzi a vuoto di Pechino sui matrimoni (e le nascite) ancora in calo

di Silvia Torriti

Con la crisi demografica sempre più accentuata le autorità locali moltiplicano sussidi e persino messaggi sms a tappeto per promuovere nozze e progetti di famiglia tra i giovani. Ma i risultati restano scarsi: nei primi tre mesi del 2025 le nozze sono diminuite di un ulteriore 8%. E piuttosto che alle app e ai siti di incontri promossi dal governo i giovani single cinesi per cercare l'anima gemella preferiscono affidarsi alle video-chat.

Milano (AsiaNews/Agenzie) - Che in Cina sia in corso una grave crisi demografica è ormai cosa nota. Quello che sta emergendo di nuovo nelle ultime settimane sono i rocamboleschi tentativi del governo di invertire questo trend. Secondo i dati diffusi dal Ministero degli affari civili, nel primo trimestre del 2025 sono stati registrati 1,81 milioni di matrimoni, ossia 159.000 in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. E mentre le unioni coniugali calano dell'8%, i divorzi aumentano del 10%.

Tra le recenti misure intraprese per far fronte a questa emergenza, vi è la revisione dell'ordinanza sulla registrazione dei matrimoni, la quale prevede una riduzione delle formalità burocratiche e una maggiore flessibilità nella scelta del luogo dove registrare il proprio matrimonio, dando la possibilità di adempiere a questa pratica anche in località diverse dalla residenza permanente.

In aggiunta, alcune amministrazioni locali hanno pensato di offrire ricompense in denaro fino a 40.000 yuan (circa 5.000 euro) alle giovani coppie che decideranno di convolare a nozze e sussidi di assistenza all’infanzia, allo scopo di incrementare il tasso di natalità. Ad esempio il governo di Hohhot, capitale della regione autonoma della Mongolia Interna, ha promesso alle future madri 10.000 yuan (circa 1.200 euro) per il primo figlio, 50.000 yuan (circa 6.000 euro) in cinque anni per il secondo e 100.000 yuan (oltre 12.000 euro) in dieci anni per il terzo. Una cifra, quest’ultima, pari al doppio dello stipendio medio annuo della città.

Nonostante ciò, The Economist ha raccontato che tale iniziativa è stata accolta con scarso entusiasmo dalla popolazione locale: a un mese dal suo lancio sono state ricevute solo sette o otto richieste di sussidio. Le famiglie locali ritengono infatti che le cifre promesse siano comunque insufficienti a ricoprire i costi di crescita di un figlio, specialmente in un ambiente sociale competitivo come quello cinese.

Liu ha 35 anni ed è impiegata in un negozio di articoli per l'infanzia, benché abbia ammesso che le piacerebbe avere un secondo figlio, è consapevole che né il suo reddito né i sussidi governativi basterebbero al mantenimento. Secondo lei: “la nuova legge potrebbe far cambiare idea a chi è indeciso se avere figli, ma persone come me non la prenderanno in considerazione”, afferma. È dello stesso parere Wu, una funzionaria statale di 29 anni in procinto di partorire il suo primo bambino: anche se i 10.000 yuan promessi dalle autorità potrebbero aiutarla con il mutuo o il prestito per l'auto, i “50.000 yuan non copriranno i costi di un secondo figlio”.

In base alle stime dello YuWa Population Research Institute -­ un think tank di Pechino -­ alle famiglie ad alto reddito costa 1,3 milioni di yuan (circa 160.000 euro) crescere un figlio fino all'età adulta, mentre per quelle a basso reddito, la cifra si aggira intorno ai 130.000 yuan (circa 16.000 euro). Wang Feng dell'Università della California-Irvine, ritiene pertanto che la politica di Hohhot non “inciderà” sul declino demografico della città. “I bambini non si possono comprare - spiega -. Il costo è per tutta la vita e non è solo economico”.

Il problema della natalità è diventato una ossessione per il governo cinese, al punto da incaricare i “medici di famiglia” di alcune località di contattare su WeChat le donne di età compresa tra 14 e 49 anni, inviando loro messaggi del tipo: “Il tuo ciclo è stato normale di recente? In che data hai avuto l'ultima mestruazione? Per favore, rispondi via SMS. Grazie!”. Alcune utenti hanno dichiarato sui social media cinesi che lo scorso autunno hanno ricevuto chiamate dalle autorità locali che chiedevano: “Sei incinta? Stai pianificando di esserlo? Hai un fidanzato?”.

Oltre a promuovere politiche pro-matrimonio e pro-natalità, il governo sta anche cercando di rendere più difficile per le coppie il divorzio. Tuttavia, come afferma l'economista comportamentale Jia Yongmin, i crescenti ostacoli anteposti alla separazione hanno ottenuto solo un effetto dissuasivo sul matrimonio.

Nonostante i già noti tentativi messi in atto dalle autorità locali per aiutare a trovare l’anima gemella, attraverso l’istituzione di agenzie di incontri, l’organizzazione di speed date su larga scala e la creazione di app, i giovani single cinesi sembrano essere maggiormente interessati a soluzioni alternative. L’ultima novità in fatto di matchmaking è infatti rappresentata dalle video-chat in diretta streaming: uno spazio virtuale dove i partecipanti, in piccoli gruppi, si presentano e interagiscono tra di loro con la mediazione di un “cyber-sensale”. Un ottimo modo per razionalizzare i tempi, dal momento che oltre il 30% dei giovani single cinesi afferma di non avere tempo per socializzare e fare amicizia nella vita reale, a causa dei troppi impegni di lavoro. 

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