17/08/2021, 09.05
CINA- TAIWAN
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Global Times ammonisce Taiwan: finirete come Kabul

Per il quotidiano vicino al governo di Pechino la caduta dell’Afghanistan è una “lezione” per Taipei. Da Saigon alla Siria, per gli americani è prassi “abbandonare gli alleati”. La leadership dell’isola deve “svegliarsi dai sogni” di indipendenza. Esercitazioni militari cinesi al largo di Taiwan. 

Pechino (AsiaNews/Agenzie) - Il ritiro delle truppe statunitensi dall’Afghanistan ha determinato una “rapida caduta” del governo di Kabul, mentre il mondo assisteva con i propri occhi “all’evacuazione dei diplomatici in elicottero” come avvenuto alla fine della guerra in Vietnam, nel 1975. È quanto scrive in un editoriale il Global Times, quotidiano in lingua inglese del Partito comunista cinese: commentando a caldo i fatti dell'Afghanistan sottolinea che “la fuoriuscita” di Washington è “una lezione” per il Partito progressista democratico (Ppd) di Taiwan. Da Saigon alla Siria, avverte il giornale vicino al governo di Pechino, “abbandonare gli alleati” per “proteggere i propri interessi” è un “difetto” intrinseco “radicato” negli Usa. E il messaggio è accompagnato da una eloquente vignetta in cui l'aquila americana accompagna la presidente Tsai Ing-wen verso un tombino aperto.

Per l’organo di informazione legato alla leadership comunista Taiwan “è con tutta probabilità l’alleato più conveniente” degli Stati Uniti nell’Asia orientale, sebbene non vi sia una “presenza militare” sull’isola. Washington, osserva, vende armi e incoraggia il governo locale “ad attuare politiche anti-continente mediante sostegno politico e manipolazione”. Un approccio che ha “causato un certo grado di impoverimento” fra le due sponde dello Stretto. 

Il Global Times invita Taipei a “svegliarsi dai propri sogni” di indipendenza, valutando con attenzione quanto “successo in Afghanistan: una volta scoppiata la guerra - aggiunge - la difesa dell’isola crollerà in poche ore e l’esercito americano non verrà in aiuto”. Ecco perché, conclude l’editoriale, “la scelta migliore per i vertici del Ppd “è evitare di portare la situazione a quel punto” e “agire come pedine strategiche degli Stati Uniti, portando i frutti amari di una guerra”. 

Alla propaganda degli organi di partito si affiancano anche le operazioni militari sul terreno: proprio in queste ore, infatti, la Cina ha promosso una serie di esercitazioni e simulato attacchi con navi da guerra e caccia nelle acque a sud-ovest e sud-est di Taiwan. Per il governo di Pechino quelle dell’Esercito popolare di liberazione sono una risposta “alle interferenze esterne” e alle “provocazioni” contro la sovranità cinese nell’area. In una nota il comando orientale Pla ha affermato che navi da guerra, aerei antisommergibile e aerei da combattimento hanno effettuato vicino Taiwan un “assalto congiunto a fuoco e altre esercitazioni utilizzando truppe reali”.

Il ministero della Difesa di Taiwan non ha voluto commentare le ultime esercitazioni militari promosse da Pechino nell’area. Di contro, i vertici militari cinesi affermano che di recente Washington e Taipei hanno “a più riprese lanciato provocazioni […] violando in modo grave la sovranità della Cina e minando la pace e la stabilità nello Stretto di Taiwan”. 

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