14/12/2022, 12.55
VIETNAM
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Hanoi: calo dei consumi colpisce l'occupazione

di Steve Suwannarat

L'export verso l'Europa è sceso del 60%. La crisi coinvolge 1.200 aziende in tutto il Paese che hanno ridotto o sospeso la produzione. Ad accusare l'impatto maggiore la manodopera femminile. 

Hanoi (AsiaNews) - La brusca riduzione dei consumi in Europa e Stati Uniti sta avendo un impatto pesante sulle esportazioni delle industrie vietnamite con conseguenze sul piano occupazionale.

Secondo le stime della Confederazione generale del lavoro del Vietnam sono almeno mezzo milione i lavoratori coinvolti nella crisi in 1.200 le aziende che hanno ridotto o sospeso la produzione, in particolare nei settori tessile, dell’abbigliamento, calzaturiero, degli accessori e dell’arredamento. La tendenza è a un ulteriore peggioramento del calo registrato finora, pari al 30-40% per quanto riguarda l’export negli Stati Uniti e fino al 60%per quello verso l’Europa.

Produttori globali come Nike – segnala ancora il maggiore sindacato vietnamita - hanno introdotto un lavoro a rotazione dei dipendenti, mentre altri (tra cui Samsung, il maggiore investitore straniero) hanno iniziato a ridurre la produzione nelle filiali nel nord del Paese.

Le autorità guardano con fiducia ai prossimi mesi per una ripresa, quando i depositi dei Paesi di destinazione delle merci saranno vuoti e gli ordini potrebbero riprendere. Tuttavia l’attuale situazione globale non apre all’ottimismo a causa delle incertezze sulla disponibilità e costi delle materie prime, e sull’evoluzione della guerra in Ucraina.

Negli ultimi anni le esportazioni da diversi Paesi asiatici hanno alimentato una crescita sorprendente e la riduzione degli ordini rappresenta una battuta d’arresto imprevista, soprattutto per il Vietnam, Paese “arrembante” della regione dal punto di vista economico, il primo nel sud-est asiatico per investimenti e iniziative produttive straniere, che può contare su una popolazione numerosa (100 milioni) e giovane che fornisce una manodopera insieme preparata e motivata.

L’attuale contingenza economica pesa soprattutto sulla manodopera femminile, che rappresenta l’80% di quella impiegata nell’industria dell’abbigliamento e che, pur con salari ridotti, pari a poco più di 200 euro al mese, contribuisce non soltanto alle necessità familiari, ma garantisce un ruolo sociale e autonomia. Dei 40mila lavoratori che sono stati costretti all’inattività, 30mila sono donne oltre i 35 anni.

Per molti, una situazione peggiore di quella imposta dal Covid-19, quando ai lavoratori costretti a casa erano stati garantiti aiuti alimentari e sussidi. Ciò aveva preparato gli operai alla ripresa produttiva dalla fine dello scorso anno e in pochi mesi il Vietnam sembrava essere tornato al massimo livello produttivo. Fino a quando contrazione della domanda e inflazione non hanno portato a un nuovo arresto e molte famiglie nell’incertezza e nel bisogno.

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