03/02/2017, 10.36
VIETNAM
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Hue, agenti in borghese attaccano un gruppo di sacerdoti e bloccano le funzioni di preghiera

A denunciarlo è p. Phan Van Loi, che riferisce di una nuova stretta da parte delle autorità. Negli ultimi due mesi rafforzati i controlli sulla comunità locale e monitorati gli spostamenti dei preti. Dietro l’attacco i contatti con il monastero di Thien An, al centro di una contesa fra cattolici e vertici comunisti per il possesso dei terreni.

 

Hanoi (AsiaNews) - Alcuni agenti in borghese nella città di Hue, nel centro del Vietnam, hanno bloccato ieri un gruppo di sacerdoti della Chiesa cattolica, che stavano per partecipare a una funzione di preghiera. A denunciarlo è un prete della comunità, p. Phan Van Loi, che a Radio Free Asia (Rfa) riferisce di una nuova stretta delle autorità. I vertici comunisti locali hanno ripreso a monitorare le attività dei cattolici a conclusione del Tet, i festeggiamenti per il Nuovo Anno vietnamita dal 28 gennaio al primo di febbraio.

“Ho chiesto loro perché mi stavano impedendo di partecipare alle funzioni della chiesa - racconta il sacerdote - e ho anche chiesto loro se fossero poliziotti. Ovviamente, sapevo che lo erano [pur indossando abiti civili] perché li avevo già notati in precedenza attorno alla mia casa”. “Abbiamo chiesto loro di mostrare i documenti identificativi - prosegue p. Van Loi - ma uno di loro ha risposto dicendo che non erano poliziotti. Ho risposto che se anche indossavano abiti civili, appartengono al corpo di polizia della provincia di Thua Thien-Hue”.

Il sacerdote racconta inoltre che gli agenti negli ultimi due mesi hanno rafforzato i controlli sulla sua casa e hanno monitorato da vicini i suoi spostamenti. Dietro la stretta, prosegue, vi sarebbe il fatto che egli ha parlato con alcune persone del monastero di Thien An, ad Hue, la cui proprietà è stata al centro di casi di espropri forzati e sequestri di terreni negli ultimi anni.

Un’altra ragione consiste nel fatto che egli appartiene a un gruppetto di tre sacerdoti cattolici di Hue, che il governo locale ha bollato come dissidenti. Gli altri due, aggiunge, sono Nguyen Van Ly e Nguyen Huu Giai.

Critici verso il governo

Loi è una personalità di primo piano della Chiesa locale e una delle voci più critiche verso il governo comunista del Vietnam, colpevole di limitare la libertà religiosa e attuare una sistematica repressione verso attivisti e gruppi della società civile.

Ly, un prigioniero di coscienza arrestato nel 1977, nel 2001 e nel 2007 per accuse di vari crimini contro lo Stato, ha scontato almeno 20 anni di prigione. Le autorità lo hanno rilasciato nel maggio scorso, a pochi giorni dalla visita ufficiale nel Paese dell’allora presidente Usa Barack Obama.

Giai ha più volte criticato con forza le violenze governative contro alcuni gruppi religiosi.

Fondato dai missionari francesi nel giugno del 1940, il monastero di Thein An ospita una nutrita comunità di sacerdoti, suore e seminaristi impegnati nelle attività pastorale in tre diverse chiese. Nel giugno 2016 la polizia ha impedito ai sacerdoti di realizzare una strada che avrebbe dovuto portare al giardino adiacente il monastero. In risposta, l’abate Nguyen Van Duc - alla guida del monastero - ha scritto una petizione indirizzata a funzionari locali e dignitari stranieri, oltre che all’ambasciata Usa ad Hanoi. Nella missiva egli denunciava il sequestro illegale dei terreni e l’atteggiamento irriguardoso degli agenti verso la croce.

Secondo le autorità i sacerdoti avrebbero eretto la croce su terreni di proprietà del governo e la croce sarebbe stata rimossa mentre i sacerdoti stavano pregando. Dopo aver fatto ciò la polizia ha piantato un palo nel terreno, per avvisare che il terreno era stato sottoposto a sequestro.

Da tempo AsiaNews denuncia le mire del governo locale sul monastero di Thiên An. I membri del governo locale intendono requisire parte dei terreni del monastero e altre aree circostanti, per costruire un centro ricreativo e un parco divertimenti. In risposta, le suore di St. Paul di Hanoi hanno deciso di sorvegliare a turno il terreno per impedirne la confisca.

 

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