02/01/2006, 00.00
COREA DEL SUD
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Hwang si difende: non ho mentito

di Theresa Kim Hwa-young

Lo scienziato sostiene che i risultati delle sue ricerche sono stati rubati e contesta i risultati dell'indagine dell'Università di Seoul che ha dichiarato che le cellule staminali create per 11 pazienti non sono mai esistite.

Seoul (AsiaNews) - Si difende Hwang Woo-suk, negando che i risultati delle sue ricerche siano stati falsificati. In un'intervista rilasciata al quotidiano buddhista Beopbo, lo scienziato ha detto che le sue relazioni non sono state contraffatte, ha accusato che le cellule prodotte dai suoi esperimenti sono state rubate ed ha invitato gli inquirenti ad effettuare un'indagine per chiarire la verità.

Hwang, celebrato un tempo come eroe nazionale per le innovazioni portate nella ricerca sulla clonazione, è infatti accusato di aver falsificato i risultati delle sue ricerche, che lo avevano fatto salire alla ribalta come il primo scienziato ad aver clonato un embrione umano. I risultati delle sue ricerche erano stati pubblicati dalla rivista americana Science.

"Sono sicuro che è stato fatto uno scambio e gli esperti lo possono controllare in modo inequivocabile", ha dichiarato. "Una'indagine dei procuratori durerà solo 2 giorni". Già all'inizio di dicembre Hwang aveva denunciato Kin Seon-jong, che per primo aveva ammesso che le fotografie sulla ricerca dei Dna pubblicate erano state manipolate, di aver sostituito le cellule staminali create con ovuli fecondati nell'ospedale di Mizmedi. Tuttavia una indagine rileva che la maggior parte dei coreani non crede alle affermazioni di Hwang.

Giovedì l'ufficio ricerche dell'Università di Seoul, dove lo scienziato ha lavorato fino la scorsa settimana, aveva dichiarato che le cellule staminali "specifiche" create per 11 pazienti in realtà non sono mai esistite, e ha dichiarato quindi che la relazione di Hwang era stata contraffatta. È invece ancora in corso una seconda indagine dell'università per verificare la autenticità della clonazione del primo cane al mondo.

Alla fine dell'intervista lo scienziato, di credo buddista, ha dichiarato: "ogni giorno cerco di fare qualche inchino al Buddha, ma ho intenzione di sforzarmi ed arrivare a 108 inchini al giorno". Fare 108 inchini è una pratica ascetica del buddismo.

Hwang era stato costretto a dimettersi da tutti gli incarichi pubblichi dopo aver ammesso il 24 novembre di aver usato per le sue ricerche ovuli donati dalle sue assistenti in contraddizione alle linee guida etiche. Ha però negato che le ricercatrici siano state costrette a donare gli ovuli, e ha detto inoltre che non era informato circa la provenienza degli ovuli per le sperimentazioni.

Di opinione diversa è invece padre Lee Dong-ik Remigio, professore all'università cattolica di Seoul e membro del Comitato nazionale di etica, che ha dichiarato in una intervista con la radio cattolica Pbs che "sono verosimili i sospetti che prima dell'uscita della relazione del 2004 Hwang abbia fatto qualche tipo di accordo con le sue ricercatrici. Questo sottolinea una atmosfera di coercizione nella donazione dei loro ovuli". Il sacerdote ha inoltre dichiarato di aver sentito un ricercatore di Hwang aver fatto delle considerazioni a proposito. "Così ho deciso di sollevare la questione ad un incontro del Comitato venerdì – continua - e il comitato proverà a accertare la verità". 

Riguardo allo scandalo della contraffazione delle prove Ahn Kyu-ri, una ricercatrice cattolica che ha collaborato con Hwang all'Università nazionale di Seoul, ha reso pubblica la sua posizione attraverso una e-mail alla Pbc e ha espresso il suo profondo rammarico per lo scandalo in particolar modo per i pazienti che soffrono di malattie incurabili ed ora sono delusi. "Ho realizzato il fatto che la cosa più importante è la vita, e che la verità splenderà solo quando speranza e amore saranno insieme", vi si legge. "Credevo all'esistenza di queste cellule, ma ora non ne sono più convinta. Il mio desiderio ora è tornare dai pazienti e non far più piangere il cardinal Kim".

 

 

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