11/12/2025, 08.31
ASIA CENTRALE
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I Paesi dell’Asia centrale insieme per le risorse idriche

di Vladimir Rozanskij

Alla 20ma conferenza della convenzione Cites (CoP-20) di Samarcanda i Paesi della regione hanno lanciato un piano per aiutare i governi a rallentare l’esaurimento delle risorse idriche e la degradazione delle terre, migliorare la sicurezza idrica della regione e amministrare le risorse in modo sostenibile. Previste iniziative per 26 milioni di dollari con il sostegno della Fao.

Samarcanda (AsiaNews) - I Paesi dell’Asia centrale hanno deciso di realizzare un grande progetto per la soluzione dei problemi ecologici della regione, chiamato “Relazione reciproca tra le risorse idriche e terrestri” (Cawln). È stato discusso alla 20ma conferenza della convenzione Cites (CoP-20) di Samarcanda in Uzbekistan, per aiutare i governi a rallentare l’esaurimento delle risorse idriche e la degradazione delle terre, migliorare la sicurezza idrica della regione e amministrare le risorse in modo sostenibile. Il programma riguarderà i bacini dei fiumi principali, e anche i pascoli, le zone desertiche, le steppe e i territori montuosi che sono sottoposti a pressioni climatiche e a diversi fattori sociali.

Il programma sarà sostenuto dall’Organizzazione per la produzione e l’agricoltura della Fao, insieme agli organi di regolazione dell’ecologia di ciascun Paese dell’Asia centrale, con la collaborazione del Fondo globale per l’ecologia Gef. In Uzbekistan le iniziative cruciali riguarderanno anzitutto l’integrazione dell’amministrazione delle risorse idriche nei bacini dell’Amu Darya, della zona di Zarafšan e di Pjandž per un investimento di 5,84 milioni di dollari, ampliando la collaborazione transfrontaliera.

Altri 5 milioni di dollari saranno riservati per i bacini del Syrdarja e del Naryn tra Uzbekistan e Kirghizistan, per aumentare l’efficacia della distribuzione delle acque e del sistema di prevenzione dei vari fenomeni. 5,6 milioni riguarderanno poi il sostegno degli ecosistemi dei servizi e della biodiversità nei vari territori centrasiatici, recuperando le terre degradate, la custodia delle zone più esclusive per le funzioni agrarie. Infine altri 2 milioni rimarranno a disposizione dell’iniziativa per ridurre la degradazione delle terre e degli ecosistemi più fragili, introducendo pratiche sostenibili e innalzando la capacità delle comunità locali di fronteggiare le varie condizioni climatiche. Nell’insieme quindi le diverse iniziative regionali e nazionali verranno finanziate con 26 milioni di dollari.

Come ha osservato il vice-presidente della Fao in Uzbekistan, Šerzod Umarov, “quasi la metà delle terre dell’intera regione è molto degradata”, e il danno economico annuale si attesta intorno ai 6 milioni di dollari, con una riduzione della biodiversità del 5% all’anno. Ulteriori pressioni derivano dal cambiamento climatico, dalle carenze idriche e dai metodi inefficaci di sfruttamento delle terre. Il partner principale della Fao in Uzbekistan è il Comitato nazionale per l’ecologia e il cambiamento climatico, e saranno coinvolti diversi altri organi come il ministero dell’agricoltura e delle risorse idriche, e altre realtà sociali e istituzionali.

Umarov ha dichiarato a Gazeta.uz che la realizzazione dell’intero programma verrà organizzata secondo un modello particolare e del tutto nuovo per la regione centrasiatica, chiamato Operational Partners Agreement (Opa). In esso si presuppone che l’implementazione fattiva dei progetti venga affidata ad organizzazioni esterne che sono dotate di sufficiente potenziale e di necessaria esperienza, come il Centro internazionale per le ricerche agrarie e le regioni aride (Icarda) o l’Unione internazionale per la cura dell’ambiente (Iucn), affidando loro i fondi stanziati con il coordinamento della Fao e delle istituzioni nazionali.

Questo modello di collaborazione “non è certo improvvisato o casuale”, assicura Umarov, considerando che negli ultimi anni i donatori internazionali tendono ad affidare maggiori responsabilità ai partner nazionali, per aumentare il loro potenziale istituzionale. È necessario elevare le competenze negli ambiti degli acquisti, dell’amministrazione, delle procedure con il personale e della gestione dei progetti, per raggiungere gli standard internazionali. In questo modo il progetto “raggiunge due risultati: realizza piani ecologici efficaci, e rafforza le capacità degli organismi statali”. Questo scopo è confermato anche dal rappresentante della Fao, il turco Ekrem Yazici, secondo cui “il programma Cawln ha l’intenzione di aumentare il potenziale delle istituzioni locali, dimostrando le migliori pratiche e assicurando l’accesso alle tecnologie innovative, utilizzando i dati satellitari”. Egli ricorda che “quando ero bambino ci dicevano che prima o poi l’acqua sarà più cara del petrolio”, e per questo i Paesi in Asia centrale devono riuscire a difendere i servizi cruciali dell’ecosistema.

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