15/07/2025, 08.36
RUSSIA-UCRAINA
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Il Corridoio terrestre della Crimea

di Vladimir Rozanskij

Alternativa al ponte di Kerč, costantemente sotto scacco da parte dei droni ucraina, il collegamento stradale e ferroviario della penisola con la regione di Donetsk sta assumendo un ruolo sempre più strategico. Aprendo a prospettive non soltanto immediate, ma anche a lungo termine.

Mosca (AsiaNews) - L’agenzia russa per i trasporti ferroviari si sta gloriando da qualche mese di un evento storico, l’arrivo in primavera in Crimea del primo treno attraverso la Novorossija, il termine che i russi adoperano per le regioni orientali e meridionali dell’Ucraina, e che ora fanno scalo regolarmente a Džankoj, dopo essere passati da Mariupol, Melitopol e Kherson. È quello che viene chiamato il “Corridoio Terrestre” della Crimea, che offre un’alternativa al ponte di Kerč, la grandiosa opera realizzata da Vladimir Putin dopo l’annessione della penisola nel 2014, ma che rimane costantemente sotto scacco da parte dei droni ucraini.

Il nuovo itinerario di terra unisce così la parte occupata della regione di Donetsk, che i russi chiamano “repubblica del Dnr”, con quella di Zaporižja fino alla Crimea. In realtà una ferrovia su questa tratta esisteva già sotto l’Ucraina, ed ora è stata “rinnovata” e ampliata dai russi, anche se non è chiaro che tipo di lavori siano stati eseguiti, oltre ai necessari restauri in seguito agli scontri armati e ai bombardamenti. Lo snodo di Donetsk era già piuttosto importante, e dopo la ristrutturazione è diventato decisamente strategico, tanto che alcune parti del suo itinerario sono di fatto “segretate” e non vengono riportate sulle mappe.

I trasporti erano molto sviluppati nella regione ad alta intensità industriale, con molte miniere e fabbriche in gran parte oggi chiuse e inoperose, e tratte specifiche per le zone di produzione. Secondo quanto diffuso dalle informazioni ufficiali russe, oggi arrivano fino a Sebastopoli “molti treni merci” carichi di container, senza specificarne il contenuto. Del resto, i trasporti ferroviari sono molto aumentati in tutto il mondo negli ultimi 15 anni, e i russi ne hanno grande necessità, non potendo sfruttare tratte marittime veloci, più per le operazioni militari che per le esigenze della popolazione.

Gli ucraini sono incerti sugli attacchi con i droni nei confronti dei vagoni ferroviari, che vengono bombardati se trasportano cisterne, evidentemente di carburanti, mentre i carichi non visibili potrebbero essere di materiali e prodotti civili, la cui distruzione non è chiaramente desiderabile o utile a scopo bellico. I russi hanno investito molti miliardi di rubli per rifare strade e ferrovie di questo Corridoio, che per tutti gli scopi risulta più vitale delle grandi direttive asiatiche come la Transiberiana o la via Bajkalo-Amurskaja, le grandi varianti russe della “Via della Seta” fin dai tempi degli zar. Oltre ai carichi militari, si trasportano prodotti e articoli di vario genere, compresi i carichi di cereali e altri materiali “rubati” all’Ucraina.

Lo stesso Putin dichiarò a marzo 2024 la necessità di riaprire la strada di terra, come “alternativa al ponte della Crimea, così andremo avanti insieme, mano nella mano, non a parole, ma nei fatti, e questo ci renderà molto più forti”. Il ponte di Kerč era già stato colpito più volte, gli aeroporti erano chiusi e in mare c’era la continua minaccia dei droni ucraini sottomarini, e senza il Corridoio terrestre la Crimea rischia di rimanere di fatto separata dalla Russia, pur essendo a sua volta sottoposto alle conseguenze del conflitto militare. I treni possono però proteggersi dai droni con le “reti difensive”, come ricorda il politico ed esperto militare tataro-crimeano Eskender Bariev, con un grande lavoro di ristrutturazione che ha portato a rifare da zero le ferrovie della zona, come confermano i servizi di intelligence britannici.

Le urgenze dettate dalle fasi della guerra infinita tra Russia e Ucraina, nella Crimea che da sempre costituisce lo spartiacque tra le due parti del “mondo russo”, aprono quindi a prospettive non soltanto immediate, ma anche a lungo termine, vista l’importanza strategica della penisola per i rapporti con il Mediterraneo, che in tempi di pace potranno offrire grandi relazioni commerciali, turistiche e culturali ancora tutte da riscoprire.

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