22/11/2017, 10.47
AFGHANISTAN
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Il Tribunale internazionale pronto a indagare sui crimini di guerra di talebani e soldati Usa in Afghanistan

Migliaia le persone colpite dalla violenza dei talebani. Numerosi i detenuti sottoposti a tortura nelle carceri afghane. 

L’Aja (AsiaNews/Rfe) – La procura della Corte penale internazionale (Cpi) ha fatto richiesta formale di aprire un’inchiesta sui crimini di guerra compiuti in Afghanistan. Nel mirino della procuratrice capo, Fatou Bensouda, non ci sono solo i talebani, ma anche i militari americani, la Cia e le forze di sicurezza afghane. La richiesta è stata presentata il 20 novembre.

Secondo la procura della corte, i talebani e i loro alleati sono sospettati di crimini contro l’umanità e crimi di guerra che hanno colpito 17.700 persone fra il 2009 e il 2016, in atti che i documenti definiscono “parte di una campagna diffusa e sistematica di intimidazione, omicidi mirati, e rapimenti di civili”. Le forze di sicurezza afghane sono accusate di essere coinvolte in “schemi sistematici di tortura e trattamenti crudeli contro alcuni carcerati legati al conflitto nelle prigioni afghane, inclusi atti di violenza sessuale”. Per quanto riguarda gli Stati Uniti, Bensouda afferma che documenti in loro possesso mostrano che vi sono “ragionevoli basi per credere” che i militari Usa e gli agenti della Cia abbiano compiuto “atti di tortura, trattamento crudele, insulto alla dignità personale, stupro e violenza sessuale” contro almeno 78 (rispettivamente 54 e 24) prigionieri detenuti in Afghanistan, in particolare fra il 2003 e il 2004.

Gli Stati Uniti non riconoscono la giurisdizione della Corte sui propri cittadini, che però possono essere accusati di crimini perché l’Afghanistan riconosce il Tribunale internazionale. Il dipartimento di Stato americano afferma di star valutando la richiesta, ma di opporsi al coinvolgimento della corte in Afghanistan. “Un’indagine della Cpi sul personale statunitense sarebbe del tutto immotivato e ingiustificato”, dichiara in un comunicato, aggiungendo che essa “non servirà gli interessi né di pace o giustizia in Afghanistan”.

Stabilita nel 2002, la Cpi è la prima corte mondiale permanente per la persecuzione di crimini di guerra, crimini contro l’umanità e genocidio. Di norma, la Cpi rappresenta l’ultima risorsa per sottoporre a processo sospetti di alto grado, nel momento in cui le autorità nazionali non agiscano o prendano azioni legali contro di essi, perché impossibilitate o riluttanti.

Il governo afghano e i talebani non hanno ancora risposto alle accuse.

Non c’è una scadenza entro cui i giudici del Cpi debbano esprimersi sulla richiesta della procuratrice, ma le vittime hanno tempo fino al 31 gennaio 2018 per inviare ai giudici la loro opinione sull’indagine proposta.

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