28/03/2012, 00.00
HONG KONG
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Il governo vince in appello e blocca la residenza permanente per le colf

A settembre l’Alta Corte aveva dato ragione a Evangeline Banao Vallejos, collaboratrice domestica filippina, e dichiarato “incostituzionale” l’ordinanza che vieta agli immigrati di diventare residenti ufficiali. Ora la Corte d’Appello ribalta la sentenza.

Hong Kong (AsiaNews/Agenzie) - Il governo di Hong Kong ha vinto l'appello con cui si ribalta la sentenza sulla concessione della residenza permanente alle lavoratrici non cinesi che vivono sul Territorio. Questa vittoria blocca le speranze di circa 117mila lavoratrici straniere - per lo più colf di nazionalità filippina o indonesiane, un terzo del numero totale - che a settembre avevano seguito con entusiasmo il caso di Evangeline Banao Vallejos, cooperatrice domestica filippina che aveva ottenuto dall'Alta Corte il permesso di chiedere la residenza permanente.

Secondo Andrew Cheung, presidente della Corte d'Appello, "l'ordinanza sull'immigrazione che proibisce a questa categorie di persone di richiedere la residenza è valida secondo la nostra Costituzione. Le collaboratrici domestiche sono a Hong Kong per rispondere alla domanda interna che i cittadini del Territorio non riescono a evadere, e la loro presenza qui è limitata soltanto a questo". L'avvocato della Vallejos, Mark Daly, ha annunciato l'intenzione di appellarsi presso la Corte di Appello finale.

Lo scorso 30 settembre, l'Alta Corte di Hong Kong si era pronunciata a favore della Vallejos. Secondo le leggi sull'immigrazione attualmente in vigore, tutti gli stranieri che risiedono per sette anni consecutivi nel territorio, possono richiedere il certificato di residenti permanenti: questo non vale però per le collaboratrici domestiche, che non possono presentare la richiesta.

Secondo la legge locale, questo vuol dire che non possono accettare un secondo lavoro; non possono accedere ai servizi sanitari semi-gratuiti e sono costrette ad accettare i contratti sul lavoro imposti dal governo, che prevedono un salario minimo molto basso.

Il governo del Territorio, filo-cinese, teme l'invasione delle richieste da parte degli stranieri. Secondo un partito anti-immigrati, una sentenza favorevole aprirebbe le porte a 500mila persone, inclusi coniugi e figli dei lavoratori, e questo aumenterebbe di 25 miliardi di dollari di Hong Kong (circa 2,5 miliardi di euro) la spesa per il welfare. Inoltre, il tasso di disoccupazione "potrebbe passare dal 3,5 al 10%".

 

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