17/04/2012, 00.00
GIORDANIA
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Il parlamento giordano mette fuorilegge il partito dei Fratelli musulmani

Una nuova legge vieta la creazione di qualsiasi partito su base religiosa, etnica e confessionale.L' Islamic Action Front, braccio politico dei Fratelli musulmani sarà escluso dalle prossime elezioni parlamentari. Esso è il primo partito di opposizione.

Amman (AsiaNews/ Agenzie) - Il parlamento giordano  mette al bando l'Islamic Action Front, braccio politico dei Fratelli musulmani, il più importante partito di opposizione del Paese.  Il provvedimento è passato ieri alla Camera bassa con 46 voti favorevoli su 83 e deve essere approvato dall'Assemblea dei notabili. Esso vieta la creazione di qualsiasi gruppo o partito con base religiosa, etnica e confessionale e impedisce all'Iaf di presentarsi alle prossime elezioni parlamentari.

I leader del movimento islamista accusano il governo di voler "imbavagliare" l'opposizione, per consentire ai fedelissimi della monarchia e ai gruppi tribali di mantenere il potere. Zaki Bani Rachid, responsabile della segreteria dell'Iaf, sottolinea che "questo è solo l'ultima di una serie di misure mirate a limitare l'influenza dei partiti politici sul parlamento e le opinioni in contrasto con l'establishment". Secondo Rachid tutti i cittadini giordani, non solo gli islamisti, hanno "il diritto di formare movimenti politici senza condizioni".  

Proposta da  Mamdouh Abbadi, vice presidente della Camera bassa, la legge fa parte del pacchetto di riforme elettorali indette dopo le proteste del 2011 legate alla Primavera araba organizzate dai partiti democratici e in seguito cavalcate dall'opposizione islamista. Le manifestazioni denunciavano la povertà , la disoccupazione giovanile e la corruzione. Iniziate il 14 gennaio 2011, le proteste vanno avanti da oltre un anno. Per far fronte all'emergenza, re Abdullah II ha cambiato due volte il Primo ministro. Samir Rifai ha rassegnato le dimissioni nel febbraio 2011 dopo due settimane di proteste e accuse di corruzione. Marouf Bakhit, già premier nel 2005, ha rassegnato le dimissioni il 17 ottobre 2011 sempre per accuse di corruzione. A tutt'oggi ricopre  tale carica Awn Shawkat Al-Khasawneh, giudice ed ex vice-presidente della Corte internazionale di giustizia.     

 

 

 

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