06/05/2008, 00.00
CINA - GIAPPONE
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Il presidente Hu è a Tokyo, un altro passo di un lungo cammino

E’ la prima visita di un presidente cinese da 10 anni e la prima di Hu all’estero dopo la repressione in Tibet. In 5 giorni c’è una fitta agenda di impegni e temi: commercio, spese militari, cooperazione, sicurezza internazionale, giacimenti contesi di gas, sicurezza alimentare, ma anche diritti umani e Tibet.

Tokyo (AsiaNews/Agenzie) – Il presidente cinese Hu Jintao è a Tokyo per una visita di 5 giorni. Con il premier Yasuo Fukuda, con cui parla domani ma che vede già stasera in una cena informale, discuterà di commercio, sicurezza e dei diritti sui giacimenti di gas del Mar cinese orientale ma anche di spese militari e Tibet, e giocherà a ping-pong. Previsto anche l’incontro con l’imperatore Akihito, il parlamento e i leader dei grandi partiti.

E’ il primo viaggio di Hu all’estero dopo la repressione di marzo in Tibet e a Tokyo è stato accolto dal ministro giapponese degli Esteri Masahiko Komura e da oltre 7mila poliziotti per evitare dimostrazioni pro-Tibet. L’autostrada per l’aeroporto Haneda è stata chiusa per l’arrivo dell’aereo presidenziale. Ad un migliaio di dimostranti, tra i quali tibetani e uiguri, è stato permesso di manifestare al centro dela città, lontano dal presidente cinese.

Alla partenza da Pechino, Hu si è augurato di iniziare “una duratura calda primavera d’amicizia” tra i due Stati. E a chi ricorda le tante questioni irrisolte, ha risposto che “è inevitabile ci siano problemi e punti di vista differenti, nello sviluppo dei rapporti”. “Ma quello che importa è che le due parti agiscano in modo schietto e sincero, operino scambi amichevoli e cerchino gli aspetti comuni, accantonando le differenze”. Tra il 2001 e il 2006 Pechino ha sospeso gli incontri di alto livello per le ripetute visite dell’allora premier Junichiro Koizumi al tempio Yasukuni, dove sono onorati 2,5 milioni di caduti giapponesi, tra i quali alcuni criminali di guerra. I contatti sono però ripresi con i successori di Koizumi e, anche se non hanno portato grandi risultati, le parti hanno sempre manifestato massima soddisfazione per la semplice ripresa dei colloqui.

A sua volta Fukuda si attende “colloqui schietti su come Giappone e Cina possano collaborare in un’ampia gamma di settori, che non sono limitati ai rapporti bilaterali ma comprendono la pace e la sicurezza di questa regione”. E ha espresso il desiderio di trovare un “sostituto” per il panda Ling Ling, regalato decenni fa da Pechino come segno di amicizia e morto la scorsa settimana nello zoo Ueno a Tokyo. E’ evidente che le due maggiori potenze asiatiche vogliono accantonare i contrasti e le guerre passate e si aspettano grandi risultati. La Cina ha bisogno della tecnologia e degli investimenti giapponesi per il proprio sviluppo, mentre il Giappone vede nella Cina un vasto mercato per i suoi prodotti, specie ora che sono diminuite le vendite in altri mercati come gli Stati Uniti. Nel 2007, dopo la ripresa di regolari rapporti di massimo livello, la Cina ha superato gli Usa come primo partner commerciale del Giappone, con scambi bilaterali per 236,6 miliardi di dollari, un aumento del 12%. Il Giappone vuole anche il sostegno di Pechino per la sua aspirazione a un seggio permanente nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

Secondo molti analisti, oggi entrambi i leader vogliono evitare contrasti, più che raggiungere subito risultati: Fukuda è al minimo di popolarità e sondaggi attribuiscono appena  un 18% di consensi alla sua politica; mentre le proteste in tutto il mondo contro la torcia olimpica, dopo la repressione in Tibet, hanno suscitato un forte sentimento nazionalista in Cina.

Hu ha espresso “la sincera speranza che l’amicizia tra i popoli dei due Paesi duri e cresca generazione dopo generazione”. Nel 1998 la visita del suo predecessore Jiang Zemin è stata offuscata dalle accuse contro Tokyo per l’invasione della Cina negli anni ’30, con Jiang che ha mosso rimproveri contro il Giappone anche di fronte all’imperatore. (PB)

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