12/04/2007, 00.00
CINA - GIAPPONE
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Wen Jiabao a Tokyo: amicizia, economia e qualche silenzio

Il premier sottolinea la volontà comune di amicizia e collaborazione, più importante del ricordo della guerra. Abe discute anche delle aspirazioni giapponesi per il Consiglio di sicurezza Onu e dei giacimenti di gas del Mar Cinese Orientale. Crescono i rapporti economici.

Tokyo (AsiaNews/Agenzie) – Grandi dichiarazioni di amicizia e di buona volontà da parte del premier cinese Wen Jiabao, durante il secondo dei tre giorni di visita in Giappone. I due Stati evitano di affrontare le questioni irrisolte e appaiono volersi concentrare sui rapporti economici e politici, per trarre reciproci vantaggi.

Davanti alla Dieta nipponica, Wen ha ripetuto dichiarazioni di amicizia tra i due popoli e usato toni concilianti, specie su questioni irrisolte come le atrocità belliche compiute dal Giappone. Il premier ha biasimato l’invasione della Cina nel 1931-1945, ma ne ha attribuito la responsabilità a “un limitato numero di militaristi”, aggiungendo che “anche il popolo giapponese è stato vittima della guerra”. Ha evitato riferimenti specifici, come il tempio Yasukuni dove il Giappone onora, insieme ai suoi morti in guerra, anche alcuni riconosciuti criminali di guerra. L’operazione-amicizia è iniziata la mattina presto, con Wen, 64 anni, in tuta da ginnastica che ha fatto una corsa nel parco di Tokyo, scambiando battute con i passanti.

Il Giappone aspira a un seggio permanente nel Consiglio di Sicurezza della Nazioni Unite, ma nel 2005 Pechino si è opposta osservando che Tokyo non ha fatto ammenda per le sue atrocità belliche.

Noriyuki Shikata, portavoce del ministro giapponese degli Esteri, ha detto che il premier Shinzo Abe vuole sottoporre la proposta a Wen in questi giorni, prima di completarla. Il Giappone sta concordando la proposta con India, Germania e Brasile, che pure aspirano a un seggio permanente.

Wen si è limitato a dire che “la Cina è pronta a migliorare la reciproca comprensione con un maggior dialogo” e che “comprende l’aspirazione del Giappone a svolgere un ruolo ancora più grande”.

Per lo sfruttamento dei giacimenti di gas nel Mar Cinese Orientale (stimati pari a 200 miliardi di metri cubi), contesi tra i due Stati, ieri Wen e Abe dopo il loro incontro hanno previsto di “portare avanti con rapidità i colloqui con l’impegno di individuare entro l’autunno le modalità per uno sfruttamento congiunto”. I due Paesi discutono gli esatti confini marini e il Giappone si è sempre opposto a qualsiasi iniziativa unilaterale, anche nelle zone non controverse, sia per il timore che Pechino estragga anche quanto è in territorio nipponico sia perché vuole svolgere studi congiunti sulle conseguenze dello sfruttamento sulla struttura geologica della zona. Peraltro sempre ieri la ditta petrolifera statale cinese Cnooc ha confermato, per la prima volta, che dal 2006 estrae petrolio e gas nel Mar Cinese Orientale dal giacimento di Tianwaitian (per 500mila metri cubi di gas al giorno) e che è pronta allo sfruttamento del vicino e maggiore giacimento di Chunxiao, che porterà la produzione a 600 milioni di mc annuali.

La Cina (compreso Hong Kong) è il primo partner commerciale del Giappone con scambi nel 2006 pari a circa 29 trilioni di yen (240 miliardi di dollari). Tokyo vuole utilizzare l’economica forza lavoro cinese per le proprie industrie e vendere i prodotti ai consumatori, mentre Pechino ha bisogno di continui investimenti esteri, specie da parte delle ditte nipponiche che applicano tecnologie non inquinanti. Dal 2003 la Cina ha bandito il riso giapponese, per timore che potesse portare insetti dannosi. Ora i due Paesi hanno raggiunto un accordo formale sulle misure di quarantena e ieri hanno concordato che il Giappone fornirà da giugno 25 tonnellate di riso (nel 2003 ne esportava circa 2 tonnellate annue).

Nella visita sono stati inclusi incontri tra più di 600 dirigenti di imprese di entrambi gli Stati. (PB)

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