24/01/2011, 00.00
RUSSIA
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Il presidente ceceno sostiene il codice d’abbigliamento del Patriarcato di Mosca

di Nina Achmatova
L'ortodossia russa lancia l’idea di un dress code nazionale contro il malcostume delle donne, ma raccoglie l’appoggio solo del presidente ceceno Kadyrov. L’opinione pubblica critica l’ingerenza della Chiesa nella sfera privata.

Mosca (AsiaNews) – Non si placano in Russia le polemiche suscitate dalle parole di Vsevolod Chaplin, responsabile del Patriarcato russo-ortodosso per i rapporti tra la Chiesa e la società, che ha invitato le donne russe a un abbigliamento più modesto per evitare di rimanere vittime di violenze sessuali. Su internet e carta stampata è tutto un proliferare di commenti e condanne al cosiddetto “codice d’abbigliamento ortodosso”. Editorialisti e opinione pubblica lamentano l’ingerenza del Patriarcato di Mosca nella vita privata di fedeli e cittadini e ricordano che “la Russia è uno Stato laico”.

Ad amplificare le parole di Chaplin ci ha pensato il presidente ceceno, il musulmano Ramzan Kadyrov, che ha subito sottoscritto l’appello del religioso ortodosso. Ma avere dalla propria parte un politico controverso come il leader ceceno non sta giovando alla nuova crociata per l’“abbigliamento decoroso” intrapresa dalla Chiesa ortodossa. In Cecenia, Kadyorv ha istituito una “polizia della morale” che controlla le donne non vestite secondo i parametri islamici. Testimoni locali raccontano che i poliziotti puniscono chi non indossa il velo con lanci di vernice colorata addosso.

L’appello per un dress code nazionale

Secondo Chaplin, le russe si vestono come spogliarelliste, si truccano come dei clown e, a volte, hanno un atteggiamento così provocante che può condurre alla violenza sessuale. Bollando come “eccessivamente disinvolto” l’abbigliamento femminile, il rappresentante del Patriarcato auspica l’introduzione di un dress code nazionale, da rispettare nelle scuole, negli uffici pubblici e nelle società d’affari.

Per il religioso “certe persone confondono la strada con un club di striptease”. “Un donna poco vestita o truccata come un clown non troverà certo un uomo con cui condividere la sua vita, un uomo che abbia un minimo di intelligenza e di rispetto per sé”, ha aggiunto. La reazione delle organizzazioni per la difesa dei diritti umani è stata immediata. Oltre a una lettera contro le esternazioni di Chaplin firmata da 700 persone e indirizzata al Patriarca di Mosca Kirill, Liudmilla Alekseyeva - a capo della sede moscovita del gruppo Helsinki - ha definito le affermazioni del religioso un’ingerenza nel privato delle persone, vietata dalla Costituzione federale. 

Su blog e siti internet la gente si chiede se le Scritture prevedano regole per l’abbigliamento e se prima o poi anche la Russia non diventerà rigida e intransigente come i Paesi musulmani su queste materie che riguardano la sfera privata. Alle critiche mosse contro il Patriarcato pare aver risposto direttamente il presidente Kadyrov: “L’appello alla modestia e alla dignità nell’abbigliamento non è un tentativo di privare la donna dei suoi diritti”. Kadyrov ha anche rivolto una critica alla televisione russa dalla quale “sono spariti i concerti di musica popolare e ci sono donne nude dappertutto”. “C’era un tempo - ha aggiunto - in cui il mondo si entusiasmava per la cultura russa, per personaggi come Tolstoj, oggi abbiamo aperto le porte ad uno stile di vita occidentale senz’anima”.

L’abbigliamento delle donne in Russia non è l'unico tema su cui la chiesa ortodossa sta battendo negli ultimi tempi. La scorsa settimana sono state presentate al Parlamento delle proposte in materia di aborto che puntano a renderlo più complicato da un punto di vista amministrativo ed economico escludendolo dalla copertura assicurativa.

 

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