30/06/2010, 00.00
VATICANO
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Il turismo, occasione anche di esperienza religiosa, si preoccupi della biodiversità

Messaggio del Pontificio consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti in occasione della Giornata mondiale del turismo, dedicata alla grande ricchezza di esseri che vivono sulla Terra e al delicato equilibrio di interdipendenza esistente tra di loro e con l’ambiente fisico.
Città del Vaticano (AsiaNews) - Il turismo, “avvicinandosi al creato in tutta la sua varietà e ricchezza, può essere occasione per promuovere o accrescere l’esperienza religiosa” e nell’anno che le Nazioni Unite hanno dedicato alla biodiversità la Chiesa cattolica invita a una particolare attenzione sulla responsabilità che gli uomini hanno nei confronti della natura, anche quando agiscono per scopi di riposo e di svago.
 
E’ il concetto centrale che sviluppa il messaggio del Pontificio consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti in occasione della Giornata mondiale del turismo, che come sempre sarà celebrata il 27 settembre, quest’anno sul tema "Turismo e biodiversità".
 
“La biodiversità – si legge nel documento - si riferisce alla grande ricchezza di esseri che vivono sulla Terra, come pure al delicato equilibrio di interdipendenza e interazione esistente tra di loro e con l’ambiente fisico che li accoglie e li condiziona. Essa si traduce nei vari ecosistemi, di cui sono buon esempio le foreste, le zone umide, le savane, i deserti, le barriere coralline, le montagne, i mari o le zone polari. Su di loro incombono tre gravi pericoli, che esigono una soluzione urgente: il cambiamento climatico, la desertificazione e la perdita di biodiversità. Negli ultimi anni quest’ultima è cresciuta ad un ritmo senza precedenti. Studi recenti indicano che, a livello mondiale, sono minacciati o a rischio di estinzione il 22% dei mammiferi, il 31% degli anfibi, il 13.6% degli uccelli o il 27% delle barriere coralline. A questi cambiamenti contribuiscono, in grande misura, numerosi settori dell’attività umana, tra i quali senza dubbio c’è il turismo, che si colloca tra quelli che hanno conosciuto una crescita più elevata e rapida”.
 
Di tutto questo si è seriamente preoccupata la comunità internazionale, e questi temi sono stati oggetto di ripetuti pronunciamenti. La Chiesa vuole unirvi la sua voce, nel ruolo che le è proprio, partendo dalla convinzione che essa stessa ‘ha una responsabilità per il creato e deve far valere questa responsabilità anche nella sfera pubblica. E facendolo deve difendere non solo la terra, l’acqua e l’aria come doni della creazione appartenenti a tutti. Deve proteggere soprattutto l’uomo contro la distruzione di se stesso’. Senza entrare nella questione di soluzioni tecniche concrete, che sfuggirebbero alla sua competenza, la Chiesa si preoccupa di richiamare l’attenzione sulla relazione esistente tra il Creatore, l’essere umano e il creato. Il Magistero ribadisce ripetutamente la responsabilità dell’essere umano nella preservazione di un ambiente integro e sano per tutti, partendo dal convincimento che ‘la tutela dell’ambiente costituisce una sfida per l’umanità intera: si tratta del dovere, comune e universale, di rispettare un bene collettivo’ “.
 
Il turismo, prosegue il messaggio, “avvicinandosi al creato in tutta la sua varietà e ricchezza, può essere occasione per promuovere o accrescere l’esperienza religiosa” e nell’anno che le Nazioni Unite hanno dedicato alla biodiversità “la Chiesa cattolica invita a una particolare attenzione sulla responsabilità che gli uomini hanno nei confronti della natura, anche quando agiscono per scopi di riposo e di svago”.
 
“Diventa urgente e necessaria, di conseguenza, la ricerca di un equilibrio tra turismo e biodiversità, in cui entrambi si sostengano reciprocamente, di modo che sviluppo economico e protezione dell’ambiente non appaiano come elementi contrapposti e incompatibili, bensì si tenda a conciliare le esigenze di entrambi”.
 
“Gli sforzi per proteggere e promuovere la biodiversità nella sua relazione con il turismo passano, in primo luogo, per lo sviluppo di strategie partecipative e condivise, in cui siano coinvolti i settori interessati. La maggior parte dei Governi, istituzioni internazionali, associazioni professionali del settore turistico e organizzazioni non governative devono difendere, in una visione di ampio raggio, la necessità di un turismo sostenibile come unica forma possibile affinché il suo sviluppo sia, al tempo stesso, economicamente redditizio, protegga le risorse naturali e culturali, e sia aiuto reale nella lotta contro la povertà”.
 
“Le autorità pubbliche, poi, devono offrire una legislazione chiara, che protegga e potenzi la biodiversità, rafforzando i benefici e riducendo i costi del turismo, nella vigilanza del rispetto delle regole. A ciò si deve sicuramente accompagnare un investimento importante in termini di pianificazione ed educazione. Gli sforzi governativi dovranno essere più consistenti nei luoghi maggiormente vulnerabili e in cui il degrado è stato più intenso. Probabilmente in alcuni di essi il turismo dovrà essere limitato o addirittura evitato”.
 
Si richiede, invece, alle imprese turistiche di "concepire e sviluppare la propria attività riducendo al minimo gli effetti negativi sulla protezione degli ecosistemi sensibili e dell’ambiente in generale contribuendo attivamente alla loro protezione e facendone beneficiare le comunità locali". “Per questo occorrerà realizzare studi previ sulla sostenibilità di ciascun prodotto turistico, evidenziando gli apporti positivi reali come pure i rischi potenziali, nella convinzione che il settore non può perseguire l’obiettivo del massimo beneficio ad ogni costo”.
 
“Infine, i turisti devono essere consapevoli del fatto che la loro presenza in un luogo non sempre è positiva. A questo scopo, essi devono essere informati sui benefici reali che comporta la conservazione della biodiversità ed educati al turismo sostenibile. Essi dovrebbero altresì reclamare che le imprese turistiche contribuiscano realmente allo sviluppo del luogo. In nessun caso il territorio o il patrimonio storico-culturale delle destinazioni devono essere pregiudicati a favore del turista, adattandosi ai suoi gusti o desideri. Uno sforzo importante, che in modo particolare deve realizzare la pastorale del turismo, è l’educazione alla contemplazione, che aiuti i turisti a scoprire la traccia di Dio nella grande ricchezza della biodiversità”.
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