02/11/2020, 11.57
ISLAM-FRANCIA
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Imam di Nîmes: Contro la paura, è tempo che i musulmani parlino a una voce sola

di Hocine Drouiche

Dopo l’attentato di Nizza, fra i responsabili musulmani c’è impaccio, paura e silenzio. È ormai evidente il legame fra l’islamismo violento in Francia e il terrorismo internazionale islamista. E’ tempo di scegliere quale islam va proposto alla società, facendo piazza pulita dell’islam “salafita, della Fratellanza, sufi, rivoluzionario, wahhabita”. Preghiere per le vittime in tutte le chiese di Francia. A Dhaka, 50mila manifestano contro Macron.

Nîmes (AsiaNews) – Al di là di pochissime eccezioni, “nessun responsabile musulmano ufficiale osa prendere la parola dopo l’attentato di Nizza”. È quanto afferma Hocine Drouiche, che in una lettera al ministro francese degli Interni, Gerald Darmanin, chiede al mondo politico di distinguere fra i diversi “islam” presenti in Francia, e domanda ai responsabili musulmani di scegliere di seguire un “islam umano e repubblicano”, facendo piazza pulita dell’islam “salafita, della Fratellanza, sufi, rivoluzionario, wahhabita”.

Ieri a Nizza vi è stata una cerimonia di riconsacrazione della cattedrale di Notre Dame, dopo il sangue versato per le uccisioni ad opera di Brahim Aouissaoui, il giovane tunisino 21enne. In tutte le chiese di Francia si sono tenuti servizi funebri in memoria degli uccisi. La polizia ha fermato altre cinque persone fra i 25 e i 63 anni, collegate in qualche modo con l’assassino. Quest’oggi Darmanin si reca a Tunisi per cercare vie di collaborazione contro il terrorismo islamista. Intanto, in molte città arabe e musulmane continuano le manifestazioni anti-Macron e anti Francia. Stamane a  Dhaka (Bangladesh) hanno sfilato almeno 50mila persone, guidate dal gruppo islamista Hefazat-e-Islam.

Ecco la lettera che l’imam Drouiche ha inviato al suo ministro degli Interni (traduzione a cura di AsiaNews).

 

Un gran numero di francesi non musulmani pensa che la reazione della maggioranza dei musulmani francesi sugli attentati terroristi dal 2015 non è all’altezza degli eventi. Essi la trovano poco chiara, poco coraggiosa e poco rassicurante. Fra i responsabili musulmani è evidente quanto domini l’immobilismo e la paura anche dopo l’ultima tragedia.

A parte l'imam Chalghoumi della Moschea di Drancy, che notte e giorno è protetto da una pattuglia di polizia, nessun responsabile musulmano ufficiale osa prendere la parola dopo l’attentato di Nizza.

I musulmani francesi hanno il diritto di difendere in modo pacifico l’immagine del Profeta; essi possono non essere d’accordo con alcune proposte del presidente della Repubblica, senza essere associati – in modo necessario e obbligatorio – alle posizioni di alcuni Paesi e leader del mondo arabo o musulmano, che vogliono sfruttare l’occasione per regolare i loro conti politici e storici con la Francia. È una loro abitudine ed essi si servono di questi soggetti delicati per creare una coesione del mondo musulmano davanti a questa avversione di facciata.

Personalmente sono scioccato da quelle caricature, ma resto convinto che la libertà di espressione sia un elemento essenziale e indispensabile di pace e coesione nella nostra società multiculturale e multiconfessionale. I francesi musulmani, grazie a Dio, hanno il diritto di non essere d’accordo perché essi vivono proprio in una società democratica che rispetta la libertà di espressione, ma anche il libero arbitrio. Da ciò ne consegue che non vi è alcun motivo per associarsi agli assassini e all’odio contro la Francia e i francesi.

L’ignobile atto contro Samuel Paty ha dimostrato l’evidente relazione che esisteva fra un islamo-fascismo interno e un terrorismo internazionale sanguinario. L’attentato di Nizza ha portato anch’esso la prova flagrante dell’influenza islamista internazionale su una larga parte della gioventù musulmana di Francia. Imam e responsabili musulmani sono coscienti di questa cosa? Cosa possono fare e come reagire e agire contro questa calamità? Come possono combattere questo pericolo interno ed esterno? Fino ad oggi l’immobilismo e la paura di parlare dominano in seno alla maggioranza degli attori musulmani sul terreno.

Eppure, alla fine di questo incendio doloso tenuto acceso da Erdogan, il Pakistan, la Malaysia e il Bangladesh, e una parte del mondo musulmano, sul nostro territorio nazionale, nessuno di essi subirà conseguenze per tutto ciò che avviene di tragico in nome dell’islam e del profeta.

Tutte queste questioni sono sul tavolo a Parigi ed è urgente che gli imam e i responsabili musulmani coraggiosi, che rifiutano l’immobilismo e le dimissioni davanti a questa avversità, prendano delle posizioni chiare e repubblicane, e soprattutto si uniscano per combattere le loro differenze, parlino a una voce sola, perché la paura che li anima in questo periodo difficile, non invada tutta la nostra società e approfondisca ancora di più il fossato tra i francesi musulmani e l’insieme della comunità nazionale.

Per essere ascoltati, dobbiamo parlare a una sola voce.

La risposta di certi imam riguardo al dibattito mondiale sull’essenza e sul progetto dell’islam, non è per nulla coerente. È evidente che il santo Corano, il profeta (SWS) sono icone sacre per tutti i musulmani del mondo. La questione che tutto il mondo pone è semplice: Chi ha il diritto di rappresentare ed esprimersi in nome della religione musulmana e del Profeta? La corrente salafita, della Fratellanza, jihadista, wahhabita, sciita, sunnita, sufi, o musulmana laica? I francesi musulmani quale islam vogliono praticare e vivere in Francia?  L’islam salafita, della Fratellanza, sufi, repubblicano, rivoluzionario, wahhabita? Queste domande sono assolutamente fondamentali e legittime. La chiara scelta di un islam umano e repubblicano che combatte tutti gli “islam” estremisti risolverà in modo definitivo la pericolosa problematica sulla questione dell’islam in Francia.

Se noi non siamo capaci di portare una risposta chiara a questo grande dibattito, allora la soluzione ci verrà imposta con violenza dall’esterno, con conseguenze gravi, drammatiche, irreversibili. È ormai tempo che i poteri pubblici e i nostri rappresentanti ufficiali assimilino questo tema esplosivo.

 

Nîmes, 30 ottobre 2020

Hocine Drouiche

Imam di Nîmes

Vice-presidente della conference degli imam di Francia.

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