18/06/2007, 00.00
CINA
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In carcere chi aiuta i cittadini a chiedere giustizia

Nella “società armoniosa”, arrestata una donna che ha cercato –per incarico del segretario del Pc locale- di risolvere una vecchia disputa tra cittadini esasperati e preoccupate autorità. Esperti commentano che non è tollerato che si evidenzi il torto delle autorità pubbliche locali.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Nella Cina della “società armoniosa” è pericoloso cercare di mediare una soluzione tra cittadini vessati e funzionari pubblici corrotti. Lo ha appreso Liu Guiqin, detenuta da una settimana perché ha cercato di realizzare questa società armoniosa.

Liu è detenuta per “possesso illegale di segreti di Stato”. In realtà da settimane cerca di mediare tra le autorità pubbliche e i cittadini della contea di Yunxi (Hubei) che hanno presentato petizioni di protesta a Pechino.  L’incarico le è stato affidato da Zhao Hongfu, segretario del Partito comunista locale, per risolvere vecchie dispute che esauriscono – senza esito - le energie e le finanze di cittadini e autorità. Zhao è poi promosso ad un incarico nella più grande città di Shiyan e perde di vista le questioni locali. Liu è arrestata perché alcuni documenti, che le hanno dato gli autori della petizione, conterrebbero “segreti di Stato”.

Hu Xingdou, esperto politico dell’Istituto di Tecnologia di Pechino, osserva che l’accusa verso Liu non ha senso perché la donna ha solo ricevuto i documenti, rivelati da altri, e commenta che “è solo una scusa trovata dalle autorità per metterla da parte”. Huang Qi, attivista per i diritti umani e amico di Liu, commenta al South China Morning Post che il suo arresto non è sorprendente, perché il Pc non tollera che qualcuno intervenga a favore di chi fa petizioni ed evidenzi “i casi più indecenti di corruzione di funzionari pubblici”.

La Cina, priva di un sistema giudiziario indipendente dal potere politico, vede una costante inondazione di petizioni a Pechino, presentate contro la corruzione e gli abusi delle autorità locali. I cittadini si rivolgono ai leader del Paese, nella speranza che intervengano per fare giustizia, ultimi principi moderni. Le statistiche indicano che poche petizioni sono accolte, ma i funzionari locali, temendo di “perdere la faccia” davanti a Pechino, spesso minacciano i postulanti per costringerli a ritirare le doglianze.

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