13/01/2004, 00.00
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Inquisizione islamica per la setta degli Ahmadiyya

Dhaka (AsiaNews) – Il Ministero degli Affari Religiosi ha messo all'indice le pubblicazioni della setta Ahmadiyya, dietro pressione dei fondamentalisti islamici che giudicano il gruppo come "non musulmano".

Il movimento anti-Ahmadiyya  Hifazate Khatme Nabuwat Andolon (HKNA) ha addirittura fatto dei sit-in per giorni interi chiedendo al governo di dichiarare l'Ahmadiyya un movimento non islamico.

Finora il governo si è limitato a mettere all'indice le pubblicazioni, che dall'8 gennaio non possono essere stampate, vendute e conservate. Ma l'HKNA ha lanciato un ultimatum: entro 2 settimane vi deve essere il bando della setta dall'ortodossia musulmana, altrimenti vi saranno rappresaglie.

L'Ahmadiyya è un gruppo religioso di circa 100 mila persone in Bangladesh che si riferiscono a Maometto, ma non lo considerano l'ultimo profeta.

La decisione del Governo di proibire i libri dell'Ahmadiyya ha riscosso l'applauso dei fondamentalisti, ma lascia perplesse molte fasce dell'opinione pubblica.

Shahajan Ali, musulmano, assistente sociale di 45 anni, ha dichiarato ad AsiaNews che "gli Ahamadiyya dovrebbero essere bollati come  non musulmani perché non seguono Maometto, l'ultimo e più grande profeta dell'Islam". Ma Sumona Chisim, una donna di 40 anni ha detto: "Ho visto in televisione le immagini degli aggressivi raduni dell'HKNA. Gli Ahmadiyya non hanno mai causato problemi a nessuno e praticano la loro fede pacificamente. Il Governo dovrebbe piuttosto  fermare l'HKNA, ma pur di avere popolarità finisce con l'accontentarli".

Sheik Hasina, ex Primo Ministro e attuale capo dell'Awamy League, il partito di opposizione in una conferenza stampa, ha fatto notare che nell'Islam nessuno ha il potere dell'ortodossia: "Solo Dio, ha detto,  può giudicare chi è musulmano e chi non lo è; il Governo non ha potere di farlo".  E ha aggiunto: "Prima di mettere all'indice le pubblicazioni degli Ahmadiyya, il governo dovrebbe bandire i libri di Moududi perché contengono molte affermazioni contro l'Islam e contro Maometto". Abul Ala  Moududi è il fondatore del partito Islamico, attualmente parte della coalizione di governo.

In generale i bangladeshi temono la crescita del potere dei fondamentalisti. Uno studente afferma: "Oggi è toccato all'Ahmadiyya; in futuro essi potrebbero eliminare anche con la violenza altre minoranze del paese".

Padre Bijoy Edward Pereira, rettore del Seminario Diocesano, afferma che per ora non vi è nessuna minaccia per le pubblicazioni cristiane. Egli è piuttosto "dispiaciuto per la politica morbida del governo verso i  movimenti islamici più aggressivi". Alla fondazione del Bangladesh, nel 1971, lo stato si era proclamato laico. Nel 1988, la costituzione venne emendata per definire il Bangladesh uno stato islamico.

Vi sono circa 200 milioni  di Ahmadiyya in tutto il mondo. Il movimento è nato nell'attuale Pakistan nel XIX secolo e si fonda sul desiderio di far rivivere l'Islam nella non-violenza e nella tolleranza. Il maggior disaccordo con la comunità musulmana risiede nel fatto che gli Ahmadiyya credono che ci possano essere altri profeti dopo Maometto, il che è considerato blasfemo dall'Islam maggioritario. (RR)

  

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