Inverno demografico: anche Hanoi cancella il limite dei due figli per famiglia
Il provvedimento era in vigore dal 1989 ed era stato introdotto dopo la guerra per ridurre la pressione a fronte di risorse limitate. L’obiettivo è di invertire il calo dei tassi di natalità e l’invecchiamento della popolazione. Una diminuzione che non è uniforme e riguarda soprattutto i grandi centri come Ho Chi Minh City.
Hanoi (AsiaNews) - Hanoi ha abolito nei giorni scorsi lo storico limite di due figli per famiglia, nel tentativo di invertire il calo dei tassi di natalità e alleviare le pressioni di una popolazione che invecchia. Una decisione che cancella anni di limiti e restrizioni, come sta avvenendo in diverse altre nazioni dell’Asia - dalla Cina al Giappone, dallo Sri Lanka all’Iran passando per il Sud-est asiatico - in cui si assiste a un vero e proprio inverno demografico. Secondo Vietnam News Agency (Vna), l’Assemblea nazionale ha approvato emendamenti che eliminano i vincoli e le restrizioni, che erano di solito applicate con maggiore severità per i membri del Partito Comunista, che potevano perdere promozioni o bonus se avevano un terzo figlio.
Le famiglie vietnamite stanno avendo meno figli rispetto al passato. Il tasso di natalità nel 2021 era di 2,11 figli per donna, appena superiore al tasso di sostituzione necessario affinché la popolazione non si riducesse nel lungo periodo. Da allora, il valore è diminuito in maniera costante: a 2,01 nel 2022; 1,96 nel 2023; 1,91 nel 2024. Nguyen Thu Linh, 37 anni, responsabile marketing nella capitale vietnamita Hanoi, ha detto che lei e suo marito hanno deciso di avere un solo figlio - che oggi ha sei anni - la “migliore istruzione ed educazione che potessero permettersi”.
Il Vietnam ha introdotto delle regole che impediscono alle famiglie di avere più di due figli nel 1988, per ridurre la pressione sulle risorse limitate dopo anni di guerra, prima con la Francia e poi con gli Stati Uniti, mentre il Paese si trasformava in un’economia più orientata al mercato. Il periodo della “popolazione d’oro” del Vietnam - quando le persone in età lavorativa superano quelle che dipendono da loro - è iniziato nel 2007 e si prevede che durerà fino al 2039. Il numero di persone in grado di lavorare raggiungerà probabilmente il picco nel 2042, ma entro il 2054 la popolazione potrebbe iniziare a ridursi. Tutto ciò potrebbe rendere più difficile la crescita dell’economia, poiché vi sarà meno manodopera disponibile e il costo per sostenere le esigenze degli anziani, welfare e pensioni aumenterà.
I tassi di natalità in Vietnam non stanno diminuendo in modo uniforme. A Ho Chi Minh City - la città più grande del Paese e hub economico - il tasso di fertilità nel 2024 era di appena 1,39 figli per donna, molto più basso della media nazionale. Allo stesso tempo, quasi il 12% della popolazione della città aveva più di 60 anni, mettendo sotto pressione i servizi sociali. Per fronteggiare l’emergenza, lo scorso dicembre i funzionari locali hanno iniziato ad offrire circa 120 dollari alle donne che hanno due figli prima di compiere 35 anni.
La metropoli offre anche alcuni dei benefici familiari più generosi della regione, tra cui sei mesi di congedo di maternità completamente retribuito e l’assistenza sanitaria gratuita per i bambini sotto i sei anni. Le lezioni nelle scuole pubbliche sono gratuite fino all’età di 15 anni e, a partire da settembre, lo saranno fino alla fine della scuola superiore. Nel Paese vi è poi la questione di un rapporto di genere sbilanciato, in parte dovuto alle preferenze di lunga data per i figli maschi.
Secondo i media statali, la distorsione è più concentrata nel delta settentrionale del Fiume Rosso, che comprende Hanoi. I medici non sono autorizzati a dire ai genitori il sesso del bambino prima della nascita e gli aborti selettivi per sesso sono vietati. Ciononostante, alcuni accennano ancora al sesso del bambino usando un linguaggio in codice, come riferiscono fonti istituzionali a VN Express, citando un rapporto governativo. Al riguardo, nei giorni scorsi il ministero vietnamita della Sanità ha proposto di triplicare la multa per la scelta del sesso del bambino prima della nascita, portandola a 3.800 dollari.
16/02/2022 09:00
29/03/2018 09:39