14/02/2008, 00.00
ISRAELE
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Israele si interroga su “come e quando” Hezbollah vorrà vendicare Mugniyah

La stampa concorde sul fatto che la sua scomparsa è positiva per la sicurezza del Paese e danneggiato il Partito di Dio, che ora, insieme all’Iran, deve ricostruire il gruppo che minacciava azioni terroristiche.
Gerusalemme (AsiaNews) – La questione non è se Hezbollah vorrà vendicare l’uccisione del suo capo militare, Imad Mugniyah, ma come e quando. Su questo, il giorno dopo la morte di Mugniyah, la stampa israeliana è concorde. Ugualmente d’accordo sul fatto che per la sicurezza di Israele è un fatto positivo la scomparsa dell’uomo ritenuto responsabile dei più sanguinosi attacchi terroristici contro israeliani e americani, escluso l’11 settembre.
 
L’uccisione, sostiene Haaretz, evidenzia due fattori: il primo è che “ha provocato shock e paura all’interno di Hezbollah e ne ha danneggiato la fiducia in se stessi”. E’ stata inoltre colpita la stabilità dell’organizzazione, resa sospettosa sulla presenza di traditori nelle proprie fila. Senza dubbio, infine, ne danneggia la capacità operativa.
 
Il “grande problema”, secondo Haaretz, è “come e quando” arriverà la risposta, perché “non c’è dubbio che Hezbollah e i suoi capi iraniani, che avevano eccellenti rapporti con Mughniyah, hanno memoria lunga e chiedono vendetta”. Data la situazione interna libanese e la mancanza di una prova concreta della responsabilità israeliana il giornale tende ad escludere azioni dirette all’interno del Paese. L’ipotesi più probabile è quella di attacchi contro sedi diplomatiche in zone particolari, come la Giordania o l’Egitto o alcuni Paesi africani nei quali è più facile muoversi di nascosto.
 
Sulla preparazione della vendetta titola anche Yedioth Ahronoth. Nella sua analisi, il quotidiano evidenzia che la scomparsa di Mugniyah è un colpo non solo per Hezbollah, ma anche per il “potere deterrente dell’Iran nella comunità internazionale”. L’ucciso, infatti “guidava l’apparato congiunto Hebollah-Iran responsabile degli attacchi terroristici internazionali”, “uno degli strumenti più importanti usati da Teheran per dissuadere Usa e Israele da intraprendere azioni militari contro il suo programma nucleare”. Ora “è ragionevole” pensare che per Hezbollah sia prioritario ristabilire il suo potere di deterrenza, attraverso attacchi terroristici, mirati contro interessi americani, israeliani e ebraici. Ma non subito, dal momento che le strutture terroristiche di Iran e Hezbollah negli ultimi anni sono state messe in stato di sonno.
 
Comunque, a giudizio di Yedioth Ahronoth, il maggior contributo che l’uccisione di Mugniyah porta alla sicurezza di Israele è il ristabilimento del timore nei suoi confronti, eroso dalla guerra in Libano.
 
Il Jerusalem Post, infine, sostiene  che anche se l’uccisione di Mughniyeh non potrà mai essere ufficialmente attribuita ad Israele, il premier Ehud Olmert ed il ministro della difesa Ehud Barak cercheranno di trovare il modo per assicurarsi che, ciononostante, se ne assicureranno il merito. “L’assassinio non poteva capitare in un momento migliore per i due Ehud”, in difficoltà all’interno del Paese, a causa dei razzi lanciati dalla Striscia di Gaza. Ora, “Olmert ha vinto un po’ di tempo in più, prima di una apparentemente inevitabile invasione di Gaza che egli sembra temere”.
 
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