Kathmandu e Washington, scontro sul sostegno ai rifugiati tibetani
Kathmandu (AsiaNews) - La questione dei rifugiati tibetani in Nepal raffredda i rapporti fra governo maoista e i delegati della Missione diplomatica statunitense a Kathmandu. Nei giorni scorsi il ministero degli Affari esteri nepalese ha criticato il comportamento di Robert O'Blake, segretario di Stato Usa per gli affari in Asia centrale e meridionale. Lo scorso 12 settembre egli ha incontrato i leader tibetani in esilio senza il permesso delle autorità, scatenando dure reazioni da parte del governo maoista.
La politica a sostegno dei rifugiati e l'incontro con i leader tibetani ha irritato il governo di Kathmandu, che accusa Washington di aver violato le norme diplomatiche. Narayan Kaji Shrestha, ministro degli Affari Esteri ha affermato in una nota che "le autorità condannano qualsiasi visita fatta senza aver prima informato i funzionari responsabili". "La condizione dei rifugiati tibetani - ha aggiunto - è un tema molto delicato e deve essere affrontato attraverso relazioni bilaterali". Il ministro teme che la visita di Blake possa incrinare le relazioni con Pechino, che attraverso enormi investimenti economici ha spinto Kathmandu a sostenere la sue politiche repressive nei confronti della comunità tibetana.
Secondo lo staff del diplomatico Usa, l'incontro era già stato comunicato ed è servito per conoscere la situazione dei rifugiati, assicurare alla popolazione tibetana il sostegno dei loro diritti da parte degli Stati Uniti. Blake ha invitato le autorità nepalesi ad ammorbidire le politiche restrittive che non permettono ai profughi di avere documenti e cercare lavoro. Durante la visita in Nepal, Blake ha anche avuto colloqui con Babhuran Bhattarai, Primo ministro maoista e con Gaurav Sjb Rana, nuovo capo delle forze armate nepalesi.
Il Nepal ha 1.414 km di frontiera in comune con il Tibet. Dal 1990 al 2006 la monarchia parlamentare, su consiglio dell'India, ha consentito la libera circolazione degli esuli tibetani nel Paese. Il Dalai Lama e membri del governo tibetano in esilio a Dharamsala (India) hanno visitato più volte il Paese. A tutt'oggi sono oltre 20mila i rifugiati tibetani registrati presso gli uffici Onu. Dopo l'abolizione della monarchia nel 2006 e la salita al potere di formazioni maoiste e comuniste il Nepal ha cambiato rotta, abbandonando lo storico alleato indiano e allacciando stretti rapporti con la Cina. In cambio di aiuti economici, Pechino ha chiesto la chiusura delle frontiere con il Tibet e la repressione di qualsiasi manifestazione anticinese.
21/08/2018 08:37