Kerala: il Bjp incassa i voti dei cristiani a Munambam
Nella cittadina al centro della controversia con il Waqf musulmano riguardo alla proprietà su 400 acri di terreni dove vivono circa 500 famiglie cristiane il candidato della sinistra è stato sconfitto nelle elezioni locali da quello dei nazionalisti indù. Il partito di Modi si aggiudica per la prima volta il capoluogo Thiruvananthapuram, anche se a livello generale a uscire rafforzato in questo Stato meridionale indiano è il Congress Party.
Kochi (AsiaNews) – Le elezioni locali tenutesi in questi giorni nello Stato indiano meridionale del Kerala erano considerate un test importante in vista di quelle per l’assemblea legislativa, in programma tra quattro mesi, in un contesto su cui il Bharatiya Janata Party del premier Narendra Modi sta fortemente puntando. Il quadro generale uscito dalle consultazioni ha segnato un indebolimento dell’alleanza dei partiti di sinistra guidata dal CPI(M) - la formazione di matrice marxista-leninista - attualmente al governo, in favore dello schieramento centrista guidato dal Congress Party. Il Bjp ha però potuto comunque vantare un risultato storico con la conquista dell’amministrazione del capoluogo Thiruvananthapuram, strappato dopo 45 anni al controllo delle forze della sinistra.
Dentro a questo contesto, dal punto di vista dei cristiani del Kerala particolarmente significativa è la netta vittoria ottenuta dal Bjp a Munambam, l’area al centro di una lunga disputa sulla proprietà di oltre 400 acri di terreni tra 500 famiglie cristiane e il locale Waqf, l’amministrazione statale delle proprietà musulmane. Nel collegio locale il candidato del Bjp Kunjimon Augustine ha ottenuto 582 voti, sconfiggendo il candidato della sinistra, Rocky Binoy, con un margine di 31 voti.
Munamban si trova nel distretto di Ernakulam, cuore della comunità siro-malabarese. Le famiglie danneggiate, riunite sotto la bandiera del Munambam Land Protection Council, protestano da oltre 400 giorni, temendo lo sfratto. Hanno chiesto il ripristino dei diritti catastali e fiscali sulle loro proprietà, dopo che il governo aveva smesso di riscuotere l’imposta fondiaria dalle famiglie residenti sulle terre contestate. La vicenda ha ottenuto attenzione nazionale all’inizio di quest’anno, quando il governo centrale ha approvato il Waqf Amendment Bill, una legge che amplia il ruolo dello Stato nella regolamentazione delle proprietà musulmane.
Inizialmente, le famiglie avevano deciso di boicottare le elezioni locali, ma in seguito hanno partecipato al processo elettorale. Nell’ottobre scorso, infatti, una sentenza dell’Alta Corte del Kerala, ha stabilito che il terreno conteso di Munambam non è terra del Waqf come sostenuto dal Kerala State Waqf Board. Di conseguenza il governo statale ha ripreso la riscossione dell’imposta fondiaria dai residenti delle terre contestate.
Per questo una parte dei manifestanti ha posto fine a uno sciopero della fame a staffetta durato un anno. Il Bjp tuttavia continua la mobilitazione, sostenendo che la questione non sia risolta dalla sola sentenza dell’Alta Corte. Proprio pochi giorni fa la Corte Suprema ha sospeso le conclusioni ordinando il mantenimento dello status quo sulla controversia.





