25/05/2013, 00.00
TERRA SANTA
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Khalid, il giovane musulmano che racconta i mosaici delle chiese cristiane di Gerusalemme

Originario di Betlemme, Khalid Hamdan si è laureato in storia dell'arte e ora spiega i mosaici della Basilica delle Nazioni alle scolaresche di Gerusalemme. La maggior parte degli studenti sono musulmani e non sono mai entrati in una chiesa. Aiutare i bambini musulmani a conoscere il luogo in cui vivono e soprattutto la storia crea un ponte fra le culture. La speranza di Khalid è che l'iniziativa stimoli la riconciliazione e il desiderio di conoscersi fra i tre popoli della Terra Santa: cristiani, musulmani ed ebrei.

Gerusalemme (AsiaNews) - I mosaici della basilica del Getsemani sul monte degli ulivi diventano un ponte fra culture e religioni diverse, grazie alla passione di un giovane professore musulmano.  Khalid  Hamdan, palestinese di Betlemme, è laureato in storia dell'arte e da anni lavora come volontario per Ats Pro Terra Sancta, organizzazione non governativa della Custodia di Terra Santa. Da alcuni anni l'associazione ha dato il via a un programma di restauro di opere musive coinvolgendo sei giovani palestinesi del Mosaic Center di Gerico nel recupero delle volte della basilica del Getsemani.   

Come confessa lo stesso Khalid ad AsiaNews, sono stati l'amore per l'arte e la bellezza dei mosaici delle basiliche a portarlo ad incontrare le tradizioni religiose millenarie della Palestina: "Per poter vivere insieme cristiani, musulmani ed ebrei  devono conoscersi, solo così può nascere un dialogo che coinvolge anzitutto la popolazione". Con questo desiderio dal novembre scorso, egli spiega ai bambini delle scuole di Gerusalemme est, in gran parte musulmani, l'arte del mosaico e la loro funzione decorativa nella basilica del Getsemani, detta anche delle Nazioni. 

"Nelle scuole - afferma Khalid - gli studenti conoscono poco le tradizioni delle altre religioni presenti nella Terra Santa". La maggior parte degli scolari musulmani non è mai entrata dentro una chiesa. "Alcuni - continua - pensano che non possono entrare perché sono musulmani, io rispondo che non è vero, le basiliche sono un luogo pubblico tutti possono entrare e ammirarle. Chiese e moschee vivono insieme da secoli". 

Fino ad oggi, Khalid ha condotto alla basilica del Getsemani ben 12 scuole, con alunni in gran parte musulmani. "Abbiamo iniziato il nostro progetto - spiega - per mostrare e raccontare la storia dei mosaici della chiesa. Lo scopo è far conoscere agli stessi abitanti di Gerusalemme luoghi e tradizioni che per secoli hanno convissuto nello stesso luogo".

In Terra Santa si parlano molte lingue diverse. Cristiani e musulmani, parlano arabo, gli stranieri inglese, gli ebrei l'ebraico o la lingua della nazione di appartenenza. Le scuole sono spesso divise per appartenenza religiosa o linguistica, quindi molti bambini ebrei non conoscono l'arabo o lo praticano poco, e allo stesso tempo molti giovani arabi, non comprendono l'ebraico. A ciò si aggiunge una sorta di isolamento imposto anche da una certa politica, che fomenta lo scontro.  Khalid racconta un episodio della sua vita: "Da adolescente lavoravo come cameriere in una reception di un hotel di Gerusalemme e spesso venivano a chiedermi informazioni clienti ebrei. I miei colleghi mi dicevano che questi non erano mai gentili con noi. Io conoscevo un po' di ebraico e cercavo di comunicare con loro nella loro lingua. Questa mia attenzione alla loro cultura, che è anche la mia, li stupiva e iniziavano a guardarmi in un modo diverso".

Per Khalid il progetto di portare i ragazzi delle scuole a conoscere le origini della loro cultura può diventare nel tempo uno strumento di riconciliazione fra i tre popoli che abitano la Terra Santa: cristiani, musulmani ed ebrei. "Noi viviamo - spiega - l'uno a fianco all'altro e non possiamo ignorarci. Sono i governi che invece vogliono questo e puntano su questa divisione, che è soprattutto ideologica". (.S.C)

 

Per vedere il video sul restauro della basilica delle Nazioni realizzato dal Franciscan Media Center clicca qui

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