29/05/2004, 00.00
THAILANDIA
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La Chiesa aiuta i tribali dimenticati dal governo

Bangkok (AsiaNews/Ucan) – In occasione della Giornata delle popolazioni indigene, la Commissione per i gruppi etnici della Conferenza episcopale thailandese richiama l'attenzione sui problemi che minacciano la sopravvivenza, lo stile di vita e i valori di queste popolazioni. Tra questi, ci sono la povertà e i debiti, la mancanza di educazione e di status legale, lo sfascio delle famiglie, il consumismo e il materialismo, gli effetti della emigrazione verso le città.

"I tribali, come tutta la società thailandese, hanno la responsabilità di promuovere e preservare il loro stile di vita" afferma in un messaggio monsignor Michael Bunluen Mansap, vescovo di Ubon Ratchatani. Il messaggio è stato inviato nelle dieci diocesi del paese per essere letto nelle parrocchie. Monsignor Bunpluen ha sottolineato che la chiesa thailandese ha particolarmente a cuore la Giornata delle popolazioni indigene a motivo dei diversi problemi che affliggono le minoranze etniche.

In occasione della giornata, la Commissione ha organizzato un convegno e una celebrazione eucaristica nella cattedrale di Bangkok. Hanno preso parte all'incontro un centinaio di operatori pastorali e di rappresentanti tribali. Monsignor Bunluen ha giudicato il convegno "un'occasione importante per informare i cattolici sui problemi dei tribali e per far conoscere l'azione della Chiesa nei loro confronti".

Nathaka Sagnuanvong, un volontario della commissione, ha illustrato il suo lavoro nella Commissione. Insieme ad alcune ong aiuta i tribali ad ottenere la cittadinanza thai: in questo modo più di 80 mila sono diventati cittadini tailandesi a tutti gli effetti. La commissione agisce in favore dei tribali, presentando al governo le loro istanze, proteggendo il loro stile di vita e la loro dignità di esseri umani. Molti tribali infatti non hanno la cittadinanza thailandese e non conoscono i loro diritti civili; per questo, la commissione ha istituito un ufficio legale a Mae Suai, nei pressi di Chiang Rai, a 690 km a nord di Bangkok. Questo ufficio fornisce assistenza legale ai tribali. La commissione spera di aprire un ufficio simile a Chiang Mai, vicino a Mae Hong Son, e a Ratahaburi, dove risiedono molti tribali. La commissione organizza seminari di istruzione e di programmazione per operatori pastorali a livello diocesano e nazionale, con lo scopo di far conoscere lo stile di vita dei tribali e il modo con cui essi custodiscono le risorse naturali

Thavorn Khamphonkul, un operatore pastorale karen della diocesi di Chiang Mai, ha parlato dei problemi che la sua gente deve affrontare, come i pregiudizi e le difficoltà causate dalla politica agricola governativa. Secondo Thavorn, il governo ritiene che la pratica dei tribali di bruciare e tagliare gli alberi per ricavare terreni coltivabili conduca alla distruzione delle foreste. Thavorn riconosce che nel passato la sua gente ha usato tale metodo, ma ora i tribali sono passati all'agricoltura ciclica, coltivando diverse colture da fattoria. Il governo chiede ai tribali di introdurre coltivazioni commerciali, come i pomodori, i cereali, i fagioli e gli ortaggi. Ma queste coltivazioni comportano peggioramenti ambientali, come il taglio delle foreste o l'uso intenso di fertilizzanti chimici che inquinano il suolo, l'acqua e l'aria.

Thavorn rimarca che la politica del governo si muove in un'ottica esclusivamente economica, che ora ha contagiato anche gli abitanti dei villaggi. Il governo assegna un milione di baht (circa 30 mila euro) a villaggio e le banche offrono prestiti a tassi agevolati. In questo modo, il consumismo spinge la gente a voler guadagnare sempre di più. Ciò causa, secondo Thavorn, degrado ambientale e la crescita dei debiti. I giovani non scorgono prospettive per il lavoro nei campi ed emigrano nelle città. La diocesi di Chiang Mai, per fermare questa emorragia, dà ospitalità a un centinaio di giovani tribali che frequentano le scuole pubbliche.

Il Dipartimento governativo del welfare sociale ha registrato nel 2002 oltre 900 mila tribali in Thailandia. Il gruppo più numeroso sono i Karen (438 mila), seguiti dagli Hmong (151 mila) e dai Lahu (102 mila). Altri gruppi minori sono gli Akha, Mien, Lisu, Lua, Khmu, Palong e Mlabli.

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