14/09/2016, 08.28
COREA
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La Chiesa si appella a Seoul, Pyongyang e Washington: Basta armi nucleari

Un comunicato della Commissione episcopale Giustizia e pace chiede agli attori regionali di eliminare del tutto l’arsenale atomico dalla penisola: “Non si può giustificare lo sviluppo delle armi con la protezione del proprio Paese o con il desiderio di pace, è un controsenso”. Il regime del Nord deve smettere le sue provocazioni, mentre quello del Sud “deve applicare le sanzioni soltanto per spingere al dialogo, non per schiacciare la popolazione”. Critiche anche ai Paesi confinanti: “I test di Pyongyang non siano usati per disseminare l’Asia di bombe”.

Seoul (AsiaNews) – Un appello a Pyongyang, affinché abbandoni lo sviluppo dell’arsenale atomico, ma anche a Seoul, Washington e alle “altre potenze della regione. Smettetela di usare i test nucleari della Corea del Nord per disseminare l’Asia di bombe. La pace si costruisce con il dialogo e la pazienza, non con un’escalation di tensione e di sanzioni”. È quanto scrive la Commissione episcopale sudcoreana Giustizia e pace in un comunicato intitolato “Appello per la pace”.

Il presidente della Commissione, mons. Lazzaro You Heung-sik, firma il testo che si snoda in tre punti. Dopo aver ricordato la “Pacem in Terris” di Giovanni XXIII, il presule si rivolge a Pyongyang: “Abbandonate lo sviluppo delle armi atomiche. L’esperienza nucleare della Corea del Nord è contraria allo sforzo comune per la pace della Corea e per il disarmo atomico della penisola. Non si può separare la pace dal non avere armi nucleari. Le armi nucleari non possono mai essere sviluppate per ‘la protezione della pace’ o ‘la sicurezza del proprio Paese’. Le armi nucleari provocano soltanto dispute, e portano un grande pericolo spirituale e corporale di distruzione e morte”.

Il secondo punto è dedicato a Seoul: “Continuando a inasprire le sanzioni contro il regime del Nord, non farete altro che aumentare la tensione. Lo scopo vero di ogni sanzione dovrebbe essere quello di aprire la porta al dialogo e al negoziato. Non è giusto che attraverso le sanzioni debbano soffrire i popoli, e in modo particolare i più deboli. Colpire l’economia è una misura che dovrebbe essere applicata con prudenza, seguendo sempre un criterio di legittimità e di morale. Ricordate che appesantire le sanzioni aumenterà soltanto il pericolo di uno scontro diretto. Non abbandonate il dialogo!”.

Il terzo e ultimo punto tocca invece “le nazioni che circondano la penisola. I test nucleari nordcoreani non devono diventare il pretesto per mettere bombe nucleari in ogni Paese dell’Asia. Noi auspichiamo il disarmo della penisola, così come quello del continente. Speriamo per questo che vogliate davvero aiutare la pace fra le due Coree, affinché questa pace possa diventare il seme per la vera pace nel mondo. Solo l’equilibrio della pace, non l’equilibrio del potere, può risolvere la tensione della Corea e la minaccia della pace del mondo”.

In conclusione, mons. You ricorda il 15mo anniversario della strage delle Torri Gemelle: “Speriamo e preghiamo che l’uomo non dimentichi mai che i frutti dell’odio e della violenza stanno ancora fiorendo nel mondo. L’odio crea odio più grande, la violenza crea violenza più grande. La pace non viene attraverso la logica del potente (cfr. Gaudium et Spes, 78). La pace è completa quando i disaccordi e la miseria, che portano la guerra, diminuiscono e quando il desiderio per l’ordine e per la pace cresce in tutti gli uomini”.

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