23/09/2004, 00.00
VATICANO - IRAQ
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La Santa Sede: comunità internazionale sostenga Allawi

Nei Paesi confinanti c'è timore per un Iraq democratico

Città del Vaticano (AsiaNews) - Autobombe e decapitazioni ed in genere una situazione di violenza che pare senza sbocchi hanno spinto il Vaticano a prendere posizione in modo finora inusuale a favore del governo Allawi. "Forse il giudizio della storia sull'intervento in Iraq sarà severo. Però va considerato un fatto: questo figlio è nato. Sarà anche illegittimo, ma ora c'è e ora bisogna educarlo ed allevarlo". La frase del cardinale segretario di Stato, Angelo Sodano, apparsa in un'intervista data alla Stampa dalla sede delle Nazioni Unite, è apparsa contemporaneamente ad una presa di posizione dell'Osservatore romano e ad un'altra intervista dello stesso segretario di Stato alla Radiovaticana. Una contemporaneità che difficilmente può essere casuale e che dovrebbe trovare la sua ragion d'essere proprio nelle affermazioni del giornale vaticano, che di fronte al dilagare della violenza che distrugge prima di tutto il popolo iracheno "non è il momento di dietrologie, dei 'se' e dei 'ma'. L'attuale situazione dell'Iraq richiede uno sforzo da parte di tutta la comunità internazionale".

"Di fronte allo 'sconvolgente dilagare del terrorismo' – scrive oggi il quotidiano -  è urgente individuare strumenti efficaci che facciano da argine alle violenze. È ora di dire 'basta' al ricatto; alla scellerata sequela di ultimatum e di decapitazioni; di attentati e di ritorsioni".

Una situazione di instabilità a favore della quale la Santa Sede sembra vedere quanto meno l'interesse dei Paesi vicini. "I terroristi – ha detto infatti il card. Sodano – sanno che se una democrazia prendesse piede a Baghdad metterebbe in difficoltà i Paesi vicini, come l'Iran e l'Arabia Saudita, dove ancora si va in prigione per il possesso di un crocefisso".

Di qui la scelta della Santa Sede di sostenere il governo Allawi, che trova conferma in una anticipazione data dallo stesso card. Sodano: il Vaticano accoglierà un ambasciatore di quel governo. "Ora bisogna aiutare il governo Allawi", ha detto Sodano. "L'attuale situazione dell'Iraq – si legge sull'Osservatore romano - richiede uno sforzo da parte di tutta la comunità internazionale. Il Paese ha quanto mai bisogno di stabilità. Di uno «spazio» libero dalla violenza in cui sia possibile attuare un reale processo di riconciliazione, dopo tanti anni di divisioni". "C'è bisogno di stabilità, in Iraq, perché solo nella sicurezza potrà essere avviato un autentico cammino  di democratizzazione che sradichi il terrorismo, eliminandone le cause da cui trae pretesto per  esistere".

Ma se c'è bisogno di una stabilità, in Iraq,  "evidentemente non può essere raggiunta  con le bombe". Una frase, questa del quotidiano vaticano, che sembra potersi riferire non solo agli ordigni dei terroristi, ma anche a quelli degli americani. Ciò che serve davvero, insomma, è "accompagnare gli iracheni verso un futuro di autodeterminazione, di crescita nazionale. Verso un avvenire di pace e di sviluppo che superi le atrocità di questo presente". Ricordando anche ciò che dice sovente il Papa: "Senza perdono non c'è pace". (FP)

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