22/09/2025, 23.30
UZBEKISTAN
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La lotta di Tashkent agli sprechi alimentari

di Vladimir Rozanskij

Nell'ambito di un piano quinquennale per aumentare la "sicurezza alimentare" del Paese il governo dell'Uzbekistan ha emanato nuove norme che impongono a cittadini e aziende inziative ambiziose per ridurre l'enorme accumulo di rifiuti alimentari. Ma come ovunque in Asia Centrale sarà da verificare l'effettiva attuazione di questa "rivoluzione" calata dall'alto.

Tashkent (AsiaNews) - In Uzbekistan è stato proclamato con un decreto del consiglio dei ministri il quinquennio 2026-2030 della “sicurezza alimentare”, in cui verranno applicate misure per garantire alla popolazione una fornitura di prodotti di qualità, la riduzione degli sprechi, anche attraverso gli sconti nelle vendite dei negozi, il rispetto delle norme relative alle feste di nozze, la pulizia e il riciclaggio dei rifiuti provenienti dagli esercizi di ristorazione.

In questo periodo verrà contrastato ogni atteggiamento di dispersione non necessaria dei prodotti alimentari, con “aumento delle conoscenze” per i minori e per gli adulti circa “l’alimentazione razionale” e la relazione conservativa degli alimenti, e come organizzare un’opportuna rielaborazione degli avanzi del cibo. Sarà inoltre rafforzato il controllo per il rispetto delle normative stabilite per i banchetti nuziali e le altre riunioni famigliari, secondo quanto stabilito dal parlamento fin dal 2020, principi finora decisamente ignorati che prevedono anche una limitazione dei partecipanti ai grandiosi pranzi e festeggiamenti. Già dalla scorsa primavera si era parlato di un nuovo documento per riportare l’ordine in queste manifestazioni molto tradizionali in Uzbekistan.

Il decreto viene quindi presentato come la realizzazione del programma Save Food, riguardante “l’uso razionale dei prodotti alimentari”, per ridurre l’enorme accumulo di rifiuti alimentari e lo spreco nell’ambito dell’alimentazione comunitaria. A partire dal 1° giugno 2026 le aziende di prodotti alimentari potranno connettersi ai sistemi fognari centralizzati solo se saranno dotati di filtri per i grassi, e dovranno ripulirli dai grassi accumulati almeno una volta al mese, mentre i rifiuti di grassi saranno indirizzati alle strutture di rielaborazione per poter essere riutilizzati. In particolare, si pianifica l’organizzazione di una produzione di materie secondarie provenienti dai grassi lavorati, per ottenere sapone domestico, mangimi per animali e altri derivati.

Le aziende interessate che utilizzano gas, legna o carbone per la preparazione del cibo dovranno installare dei dispositivi per catturare fattori inquinanti e odori, allo scopo di ridurre l’influsso sull’inquinamento atmosferico. Dal 1° gennaio verrà ampliato il sistema di utilizzo dei fertilizzanti organici ottenuti dai rifiuti alimentari, per sostenere la coltivazione dei prodotti agricoli. Per limitare le perdite nella produzione agricola sarà introdotto un sistema di monitoraggio di tutti i passaggi della catena di produzione fino alla consegna agli acquirenti, compresi l’imballaggio, il carico, la consegna e lo stoccaggio.

Nei negozi verrà applicato un sistema capillare di sconti per i prodotti alimentari che giungono alla scadenza della loro validità in base alla produzione. Le norme e i regolamenti urbanistici dovranno includere i requisiti specifici per i dispositivi di ventilazione e purificazione dell'aria negli esercizi di ristorazione.

Come spesso accade in Uzbekistan, e in generale nei Paesi dell’Asia centrale, questi regolamenti di “rivoluzione comportamentale” vengono annunciati con grande impegno e prospettive solenni e inevitabili, salvo poi essere sottoposti alla responsabilità molto approssimativa di una popolazione fin troppo abituata a stili di vita arcaici e semi-nomadi, difficili da sradicare soltanto con decreti imposti dall’alto.

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