07/07/2012, 00.00
CINA
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La polizia cinese scopre un mega consorzio per la vendita di bambini, 802 arresti

Lanciata nei giorni scorsi l'operazione ha coinvolto oltre 10mila agenti in 15 province. Nel traffico erano coinvolti ambulatori, cliniche e ospedali. I funzionari adescavano donne gravide e famiglie promettendo fino a 8mila euro per la vendita del figlio. I bambini di età superiore ai due anni venivano venduti all'asta nelle province con più richieste. In caso di malattia i piccoli erano scaricati durante il viaggio e lasciati morire in mezzo alla strada.

Pechino (AsiaNews/ Agenzie) - Con una mega operazione in 15 province, la polizia cinese arresta 802 persone coinvolte nel traffico illegale di neonati e bambini inferiori a sei anni. L'intervento delle forze dell'ordine ha coinvolto oltre 10mila poliziotti che in una settimana hanno fatto irruzione in diversi ospedali nelle province Hebei, Shandong, Sichuan, Fujian, Henan e Yunnan, dove da alcuni anni si era formato un vero e proprio "consorzio" per il commercio di neonati da vendere all'asta. Molti di loro provenivano da famiglie che avevano violato la legge del figlio unico, che costringe le madri ad aborti e strelizzazioni. In totale gli agenti hanno salvato 181 bambini, che dovevano essere consegnati nei prossimi giorni a famiglie cinesi e straniere.

Una nota del Ministero della pubblica sicurezza afferma che l'operazione è iniziata in dicembre nell'Henan con il fermo di quattro persone che a bordo di un autobus trasportavano un gruppo di bambini da vendere all'asta. Interrogati dalla polizia, essi hanno rivelato i nomi dei gestori del traffico locale. In aprile le indagini si sono allargate anche ad altre 15 province, passando dal fermo dei corrieri alle perquisizioni in cliniche ed ospedali. Dalla informazioni raccolte dagli agenti, il traffico avveniva grazie a funzionari compiacenti che segnalavano a famiglie facoltose la possibilità di acquistare un figlio da donne con problemi finanziari. Prima di concordare, gli interessati facevano visita negli ambulatori dove controllavano le condizioni del nascituro, il sesso e in diversi casi la salute dei genitori. 

I bambini di età inferiore ai sei anni venivano invece venduti all'asta. Per evitare di dare nell'occhio durante viaggi, lunghi anche diversi giorni, i trafficanti somministravano ai piccoli pesanti dosi di sonniferi. Chi si ammalava durante il cammino veniva semplicemente abbandonato per strada in mezzo ai cespugli e lasciato morire.

Dom Jinli, responsabile dell'ufficio di pubblica sicurezza di Zaozhuanf, Shandong, ha rivelato che i medici intascavano per ogni bambino venduto circa 700 euro. I responsabili del traffico anche 2mila euro. Il tariffario per la famiglie poteva raggiungere anche cifre superiori agli 8mila euro, soprattutto per bambini maschi e in buona salute. 

 

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