29/05/2023, 13.56
SINGAPORE
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La presidente Yacob non si ricandida: si apre la corsa alla successione a Singapore

Nel 2017 era l'unica figura politica ritenuta idonea dalla Commissione elettorale. Anche le elezioni di quest'anno, che dovranno svolgersi entro il 13 settembre, rischiano di non avere un confronto politico: un'eventualità dalla quale gli analisti mettono in guardia, perché minerebbe la fiducia dei cittadini. 

Singapore (AsiaNews) - "Tra pochi mesi si terranno le elezioni presidenziali. Dopo un'attenta valutazione, ho deciso di non ricandidarmi”. Sono queste le parole con cui la presidente di Singapore, Halimah Yacob, ha deciso di rinunciare a un secondo mandato. “È stato un grande onore e privilegio servire come ottava presidente di Singapore negli ultimi sei anni. L'esperienza rende modesti ma allo stesso tempo è stata molto stimolante”.

Halimah Yacob era stata eletta nel 2017 ma senza che si tenesse una vera campagna elettorale perché, grazie a una modifica costituzionale entrata in vigore l’anno precedente, la carica doveva essere ricoperta da un candidato appartenente alla minoranza malaysiana dopo cinque mandati retti da candidati di origine cinese. L’emendamento era stato varato dal governo per aumentare l’inclusività della città-stato. Yacob era l’unica figura considerata idonea dalla Commissione elettorale, mentre altri quattro candidati erano stati squalificati.

Singapore è una città-stato multirazziale, multireligiosa e multilingue: gli oltre 4 milioni di abitanti sono in prevalenza di origine cinese, seguiti poi dalle minoranze malaysiana, indiana o eurasiatica.

Entrata in politica nel 2001, Halimah Yacob, oggi 68 anni, aveva servito diversi anni come deputata, poi come ministra e infine come presidente del Parlamento nel 2013, la prima donna a ricoprire tale carica. "Sono stata molto fortunata ad avere la possibilità di servire tutti i singaporiani indipendentemente dalla razza, dalla lingua o dalla posizione sociale come presidente di Singapore", ha affermato oggi.

Il presidente di Singapore svolge perlopiù un ruolo cerimoniale e di rappresentanza, ma può anche porre il veto o dare l’approvazione a politiche che prevedono un prelievo dalle riserve pubbliche non accumulate durante il mandato di governo guidato dal primo ministro. Il presidente può inoltre effettuare o revocare alcune nomine di cariche pubbliche.

Durante la pandemia da covid-19 Halimah Yacob ha approvato l’utilizzo di riserve passate: 52 miliardi di dollari di Singapore (38,4 miliardi di dollari americani) nell'anno finanziario 2020, 11 miliardi nel 2021 e 6 miliardi nel 2022. La presidente si è inoltre dedicata a diverse attività di beneficenza e ha sostenuto una campagna annuale di raccolta fondi per promuovere le attività di volontariato di Singapore. Nel suo discorso di oggi ha sottolineato di aver assunto l’incarico con l'obiettivo di coltivare una "società più premurosa e compassionevole".

Si apre ora la corsa alle nuove elezioni, che dovranno tenersi entro il 13 settembre: il presidente esecutivo della Banyan Tree Holdings, Ho Kwon Ping, e l'ex ministro dei Trasporti, Khaw Boon Wan, sono tra i potenziali candidati, secondo il quotidiano locale The Straits Times. Anche Lee Hsien Yang, figlio minore dell'attuale premier Lee Hsien Loong ha affermato di aver preso in considerazione la possibilità di una candidatura. La loro famiglia e il People's Action Party dominano la politica della città-stato dal 1959.

In base ai criteri posti dalla Costituzione, per la carica di presidente possono presentarsi candidati che abbiamo servito come ministri, capo della giustizia, o segretari permanenti per almeno tre anni. Mentre chi viene dal settore privato deve aver ricoperto per almeno tre anni il ruolo di amministratore delegato di una società con un patrimonio netto di 500 milioni di dollari singaporiani e aver generato utili al netto delle imposte per tutto il periodo.

Gli analisti temono che tali criteri possano scoraggiare un certo numero di candidati e un’elezione poco combattuta potrebbe erodere la fiducia dei cittadini nella presidenza e la mancanza di fiducia “rende più difficile per il presidente essere una figura unificante", ha scritto nei giorni scorsi il giornalista Han Fook Kwang. "Fa una grande differenza poter dire: le persone mi hanno scelto per essere il loro presidente".

"Non si tratta della persona in sé, ma credo che un confronto rafforzerebbe sicuramente la legittimità del processo e della persona che alla fine diventerà presidente", ha spiegato Walid Jumblatt Abdullah, analista politico della Nanyang Technological University di Singapore.

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