18/02/2022, 08.00
IRAN-VATICANO
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L'arcivescovo Mathieu è arrivato a Teheran

La precisazione dell'ambasciata dell'Iran presso la Santa Sede dopo un articolo di AsiaNews: "Il presule è potuto entrare in Iran il 12 novembre e si dedica alla propria attività. E anche suor Giuseppina Berti ha ottenuto il rinnovo del permesso di soggiorno".

In merito all’articolo “’Noi cattolici nell’Iran di oggi’: la testimonianza di un vescovo caldeo” pubblicato su AsiaNews domenica 6 febbraio abbiamo ricevuto questa nota dall’Ambasciata della Repubblica islamica dell’Iran presso la Santa Sede:

Mons. Thomas Meram nel corso della suddetta intervista afferma che mons. Dominique Mathieu, arcivescovo di Isfahan dei Latini non ha ancora ricevuto l'autorizzazione all'ingresso ed è ancora in attesa di entrare in Iran. Si tratta di una notizia del tutto falsa e infondata in quanto monsignor Mathieu, dopo aver ricevuto il visto, in data 12 novembre 2021 è entrato in Iran, dove ha ricevuto il permesso di lavoro ed ora si dedica alle proprie attività.

Per quanto riguarda suor Giuseppina Berti, si sottolinea che, contrariamente a quanto affermato nell'intervista, ha ottenuto il rinnovo del permesso di soggiorno e continua, senza nessuna difficoltà, a vivere nella casa della sua congregazione.

In merito all'affermazione di monsignor Meram - che vive in Iran e la cui stessa intervista dimostra I’esistenza di un’atmosfera aperta e di libertà di espressione - sui timori di una stretta sui cristiani, presenti in Iran dall'inizio del cristianesimo, si rileva che essi continuano a godere della libertà religiosa di svolgere le loro attività di praticare il culto nelle loro chiese e di dedicarsi ai propri programmi nel rispetto delle leggi della Repubblica Islamica dell'Iran. Essi inoltre hanno propri rappresentanti nel parlamento islamico.

Questa Rappresentanza sottolinea che le suddette affermazioni, pubblicate da un'agenzia di informazione promossa dal Pontificio Istituto Missioni Estere, reca danni alle buone relazioni bilaterali esistenti tra la Santa Sede e la Repubblica Islamica dell’Iran. L'Ambasciata della Repubblica Islamica dell'Iran presso la Santa Sede si attende che la presente smentita delle false affermazioni di mons. Meram venga pubblicata quanto prima da codesta agenzia.

Ambasciata della Repubblica islamica dell’Iran presso la Santa Sede

 

Prendiamo atto della precisazione dell’ambasciata che ci informa che mons. Mathieu, nominato da papa Francesco l’8 gennaio 2021 arcivescovo di Teheran-Isfahan dei Latini e ordinato vescovo a Roma il 16 febbraio, è potuto entrare il 12 novembre in Iran. E che anche i problemi nel rinnovo del visto di suor Giuseppina Berti sono stati risolti. Ci scusiamo con gli interessati e con i lettori per non aver debitamente aggiornato (noi, non mons. Meram) queste informazioni di contesto, cosa che abbiamo fatto ora.
Ci rallegriamo del fatto che mons. Mathieu e suor Berti si trovino in Iran e possano svolgere il loro ministero.
Restiamo comunque sorpresi dal tono della reazione a un articolo che - nella sua parte essenziale e nella sua titolazione - dava semplicemente conto della vita della comunità cattolica caldea in Iran, raccontandone le attività e accennando a preoccupazioni che l'esiguità di questa presenza rende a tutti evidenti. Osiamo pensare che il destino delle buone relazioni bilaterali tra la Repubblica Islamica dell’Iran e la Santa Sede abbia ben poco a che vedere con un errore contenuto in un paragrafo di un articolo di AsiaNews.  

 

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