28/05/2025, 08.45
ARMENIA-RUSSIA
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Lavrov a Erevan e il difficile equilibrio russo-armeno

di Vladimir Rozanskij

Cortei di portesta durante la visita del ministro degli Esteri di Mosca, a cui molti armeni imputano il mancato sostegno contro gli azeri. Le rassicurazioni russe sull'importanza delle "relazioni di alleanza" tra i due Paesi anche per contrastare il riavvicinamento con l'Europa. Erevan non intende comunque annullare gli accordi in forza dei quali fa parte della Ctso.

Erevan (AsiaNews) - A Erevan si sono tenuti cortei di protesta in occasione dell’incontro tra il ministro degli esteri russo Sergej Lavrov, in visita ufficiale, e il suo omologo armeno Ararat Mirzoyan. A organizzare la manifestazione sono stati i gruppi favorevoli a un maggiore orientamento dell’Armenia verso l’Occidente, come il leader del partito “In nome della Repubblica”, Arman Babadžanyan, il presidente del “Partito europeo dell’Armenia”, Tigran Khzmalyan, l’attivista per i diritti umani Artur Sakunts e altri, che esponevano cartelli e striscioni con la scritta “Assassini” sotto le fotografie di Lavrov e Vladimir Putin.

Come riportano i media locali, le forze dell’ordine hanno invitato i dimostranti ad abbandonare il territorio davanti al palazzo del ministero degli esteri, e rimanere nella striscia pedonale antistante. Babadžanyan si è rifiutato di obbedire, ed è iniziato uno scontro durante il quale i poliziotti sono riusciti comunque a spingere la folla sulla parte opposta della strada.

Durante l’incontro con Mirzoyan, Sergej Lavrov ha dichiarato che “Mosca è sempre pronta a sostenere in ogni modalità la sovranità e l’integrità territoriale dell’Armenia”, sottolineando l’importanza delle “relazioni di alleanza” tra i due Paesi, e la necessità di utilizzare al meglio “il fondamento già da tempo impiantato” nelle relazioni reciproche tra Mosca e Erevan. L’Armenia in effetti esiste solo grazie alla protezione russa fin dai tempi del genocidio da parte dei turchi, e nonostante le varie fasi delle relazioni nei tempi sovietici e in quelli successivi, fino alla guerra del Nagorno Karabakh con l’Azerbaigian, gli armeni non hanno mai voluto rompere nettamente le relazioni con la Russia. Attualmente la gran parte dell’opinione pubblica esprime il risentimento nei confronti del mancato appoggio militare russo contro gli azeri, e il desiderio di rivolgersi principalmente alla Francia e agli altri partner europei, e la visita di Lavrov era indirizzata a riequilibrare i sentimenti armeni nei confronti dei russi.

Da parte sua il ministro Mirzoyan, rispondendo alle domande dei giornalisti del canale televisivo russo Rossija 24, ha cercato di spiegare le sue affermazioni sulla “scarsa efficacia dell’attuale architettura della sicurezza”, citando i diversi casi in cui ci si aspettava un maggiore sostegno da parte della Russia. A suo parere, “l’Armenia si è convinta, facendo esperienza sulla propria pelle, che serve una revisione di questa prospettiva”, ma senza arrivare a una rottura delle relazioni di alleanza con la Russia e con i Paesi della Csto, l’alleanza eurasiatica da cui l’Armenia si sta sfilando, ma senza interrompere del tutto i rapporti. Egli ha ribadito che “i nostri obblighi reciproci, i diritti e le intenzioni sono fissate in modo inequivocabile sulle carte, sono stati sottoscritti e ratificati, e nessuno ha intenzione di annullarli”.

Questo non impedisce agli armeni di ribadire la propria insoddisfazione nei confronti della Csto, per la “mancata reazione ad eventi molto concreti”, per cui per ora Erevan non intende partecipare alle attività dell’alleanza. Durante la visita di Lavrov è stato firmato un documento di “consultazione programmata” tra Armenia e Russia per il biennio 2025-2026, e il ministro russo ha poi incontrato il primo ministro Nikol Pašinyan e il presidente della repubblica Vaagn Khačaturyan. Lavrov ha cercato di mostrare il volto “accogliente” della Russia verso un Paese che anche nel periodo sovietico ha sempre difeso la sua identità, risultando una delle zone meno soggette alla “russificazione” linguistica e culturale, e mantenendo una capacità di espressione autonoma che anche oggi rimane una delle caratteristiche principali del popolo armeno.

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