Lazzaro You: dalla Corea al Vaticano con il respiro dell'Asia Orientale
Come prefetto del Dicastero per il Clero, il card. You Heung-sik ricopre uno dei ruoli più influenti della Curia romana. Il suo percorso di vita - da una Corea devastata dalla guerra ai corridoi del Vaticano - offre una visione dei valori, delle complessità e delle visioni che caratterizzano l'odierna leadership cattolica asiatica.
Roma (AsiaNews) - “Quando gli altri vedono la nostra gioia di cristiani, anche loro vengono contagiati da questa gioia”, afferma il card. Lazarus You Heung-sik in un libro del 2023 che racconta il suo percorso da una famiglia non cattolica di Daejeon, in Corea del Sud, a un ufficio d'angolo con vista sulla cupola di San Pietro, a capo del dicastero vaticano responsabile del clero di tutta la Chiesa cattolica.
Soprannominato “il cardinale sorridente” per il suo carattere allegro, la prima vita di Lazarus You Heung-sik è stata invece segnata dalle difficoltà. Nato il 17 novembre 1951 a Nonsan, in Corea del Sud, durante la guerra di Corea, suo padre scomparve durante il conflitto, lasciando il giovane Lazzaro a crescere in una famiglia monoparentale.
A sedici anni è il primo della sua famiglia a convertirsi al cattolicesimo, ispirato dall'esempio dei primi martiri coreani come sant'Andrea Kim. La sua conversione avrebbe in seguito influenzato tutta la sua famiglia a unirsi alla Chiesa.
Incoraggiato da alcune religiose a perseguire il sacerdozio, iniziò la formazione in seminario a 18 anni. Inizialmente era disilluso dalla vita del seminario, ma un'esperienza trasformativa con il Movimento dei Focolari ha rinvigorito la sua vocazione. Questa è stata ulteriormente rafforzata dall'esperienza del servizio militare vicino al confine con la Corea del Nord, che gli ha insegnato come la fede possa prosperare anche nelle avversità, portando gli altri a Cristo attraverso piccoli atti d'amore e la forza della Parola.
Dopo aver conseguito la laurea in teologia dogmatica presso la Pontificia Università Lateranense, è stato ordinato sacerdote nel 1979 per la diocesi di Daejeon. Nei due decenni successivi ha ricoperto diversi ruoli, dal direttore del centro educativo al rettore del seminario di Daejeon, prima di essere nominato vescovo nel 2005.
Da Daejeon a Roma: una vita formata nella fede e nella resilienza
L'ascesa del card. You nella gerarchia della Chiesa cattolica è stata segnata sia dalla sua sensibilità pastorale sia dalla sua formazione intellettuale. Nominato vescovo coadiutore di Daejeon nel 2003 da papa Giovanni Paolo II, è diventato vescovo diocesano due anni dopo. Come vescovo, ha ottenuto un riconoscimento nazionale per il suo lavoro con i giovani, le cause dei martiri e le questioni legate all'immigrazione. Dal 2004 al 2008 ha guidato Caritas Corea, compiendo quattro visite in Corea del Nord - un gesto coraggioso che in seguito avrebbe suscitato sia ammirazione che critiche.
Il suo ruolo sulla scena internazionale si è ampliato quando, nel 2014, ha accolto Papa Francesco durante il suo viaggio apostolico in Corea del Sud in occasione della sesta Giornata della gioventù asiatica. Nel 2021 Papa Francesco lo ha nominato prefetto della Congregazione per il Clero, succedendo al cardinale Beniamino Stella. Nell'agosto 2022 è stato elevato al Collegio cardinalizio, diventando il primo coreano a capo di un importante dicastero vaticano.
Formazione e riforma sacerdotale: Una preoccupazione centrale
Un tema costante nel lavoro del card. You è la formazione dei sacerdoti. Basandosi sugli anni trascorsi come rettore di seminario, egli sottolinea la necessità che il clero sia “umanamente, spiritualmente e intellettualmente maturo”. Ritiene che un sacerdozio rinnovato debba concentrarsi non solo sul rigore teologico, ma anche sull'intelligenza emotiva, sulla vita comunitaria e sulla testimonianza della vita quotidiana.
Ha anche espresso un forte sostegno al celibato sacerdotale, respingendo l'idea che l'ordinazione di uomini sposati sia una soluzione alla crisi delle vocazioni. “Se così fosse”, ha osservato, ”le Chiese ortodosse sarebbero fiorenti. Ma questa non è la realtà”. Egli invita invece le famiglie e i laici a promuovere le vocazioni nelle loro case.
Sotto l'episcopato del card. You, la diocesi di Daejeon ha conosciuto una crescita significativa. Tra il 2006 e il 2021, il numero di sacerdoti diocesani è passato da 216 a 373 e il numero di parrocchie è salito da 107 a 143. I suoi sforzi si sono estesi al di là dei confini nazionali: sacerdoti della sua diocesi sono stati inviati in territori di missione come la Mongolia, Taiwan e il Giappone.
Questo riflette una tendenza più ampia della Chiesa coreana, che è diventata sempre più influente nel cattolicesimo globale. In quest'ottica, la nomina di You alla Curia e al cardinalato segna il riconoscimento della Chiesa in Asia come fonte vitale di rinnovamento e di leadership.
Sensibilità diplomatiche: Corea del Nord e Cina
Il card. You ha espresso il suo sostegno all'impegno diplomatico del Vaticano con i governi comunisti, in particolare con la Corea del Nord e la Cina. Mentre molti hanno criticato l'Accordo della Santa Sede con Pechino sulle nomine episcopali, il card. You ha parlato di quest'intesa come di un risultato a lungo desiderato e sostenuto dai papi Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco.
Durante il suo mandato alla guida di Caritas Corea ha visitato Pyongyang e si è persino detto disponibile a una visita papale in Corea del Nord. Il suo desiderio di pace nella penisola è stato una costante del suo ministero pastorale. Il suo approccio, tuttavia, gli è valso critiche da parte di alcuni cattolici sudcoreani per non aver criticato le violazioni dei diritti umani da parte del regime nordcoreano.
Un riformatore silenzioso con una visione sinodale
Pur non essendo apertamente schierato su questioni controverse, il card. You sostiene la visione di Papa Francesco di una “Chiesa sinodale”, che enfatizza la partecipazione, l'ascolto e il decentramento.
A suo avviso, sinodalità significa cooperazione tra laici e clero. “Sono convinto che la Chiesa sia e debba essere soprattutto una famiglia, dove ognuno è un dono per gli altri: uomini e donne, giovani e anziani, sacerdoti e laici, consacrati e consacrate”.
La sua leadership riflette un equilibrio sfumato: progressista nello stile e nell'approccio pastorale, ma fedele agli insegnamenti fondamentali della Chiesa. La sua difesa delle strutture familiari tradizionali, le critiche all'aggressiva evangelizzazione protestante in Corea del Sud e la cautela nei confronti della “nostalgia del tradizionalismo” rivelano il desiderio di navigare tra gli estremi.
Difende il sacerdozio come dono, ma mette in guardia dal clericalismo. Il sacerdote, insiste, deve essere “figlio della comunità” e “padre”. Sottolinea la necessità per i sacerdoti di vivere una vita non solo sacramentale ma anche autenticamente comunitaria e umile.
In risposta alla crisi globale degli abusi clericali, il card. You ha posto l'accento sulla prevenzione attraverso la formazione. “Se riusciamo a formare sacerdoti umanamente, spiritualmente e intellettualmente maturi, non useranno la sessualità per puro piacere e non abuseranno di minori”, ha dichiarato in un'intervista a VaticanNews.
Il card. You ha messo in guardia contro una Chiesa troppo concentrata su “aspetti esterni e organizzativi”, osservando che tale attenzione può “farle perdere il suo sapore”. Ha invece sempre esortato la Chiesa ad “ascoltare i segni dei tempi” e ad affrontare la sfida di scoprire “nuovi modi di evangelizzazione”, con una gioia che spinge, come fece un giovane ragazzo di Nonsan molti anni fa, a portare la Luce di Cristo oltre la Chiesa, nel mondo.
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