13/05/2025, 08.49
TAGIKISTAN
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Le difficoltà per l'energia solare in Tagikistan

di Vladimir Rozanskij

Il Paese avrebbe un potenziale enorme per lo sviluppo dell’energia solare, ma è ancora agli inizi di questo cammino. Così per scaldare l'acqua per il te occorre spesso accendere un fuoco di carbone, in attesa che arrivi un po’ di elettricità, sempre razionata a poche ore al giorno soprattutto durante l’inverno.

Dušanbe (AsiaNews) - Le regioni di campagna del Tagikistan continuano a soffrire di gravi carenze dell’energia elettrica, nonostante in queste regioni i giorni di luce solare possano raggiungere i 330 all’anno, e non si riesce a installare pannelli solari per zone molto periferiche, per cui le energie alternative costituirebbero un lusso eccessivo. La giornalista di Azattyk Azija, Nargiz Khamrabaeva, ha cercato di capire come gli abitanti di questi territori riescono ad affrontare le difficoltà energetiche e della vita quotidiana.

Per riuscire a far bollire un po’ d’acqua per il tè, da queste parti bisogna accendere un fuoco di carbone, magari spaccare la legna, in attesa che arrivi un po’ di elettricità, sempre razionata a poche ore al giorno soprattutto durante l’inverno. Ogni tanto arriva qualche esempio di conversione efficace per i consumi energetici, come di recente in una fattoria abbandonata a Rudaki, a non molti chilometri dalla capitale Dušanbe, restaurata dopo molti anni. Come racconta il manager del progetto agricolo, Ibodullo Radžabov, tutto è cominciato un anno fa, con l’importazione di 30 mucche di razze dalla Danimarca, che oggi sono diventate 60 insieme ai vitelli e a un toro, cercando di iniziare una produzione di carne e formaggi, che può svilupparsi solo con una fornitura stabile di energia elettrica.

Nonostante le difficoltà, racconta Radžabov, “i processi di allevamento e produzione non possono fermarsi neanche per un’ora, anche d’inverno”. I macchinari per mungere le vacche, i sistemi idrici per annaffiare il mangime, le pompe per l’acqua richiedono un flusso costante di elettricità, e l’unica soluzione è stata la sistemazione di pannelli solari con accumulatori direttamente collegati. Oggi nella fattoria ci sono 56 pannelli, per una potenza complessiva di 35 kilowatt, sufficienti a coprire tutte le necessità lavorative, e “anche nei giorni di cielo coperto possiamo utilizzare l’energia accumulata, collegandoci alla rete solo raramente”, racconta Ibodullo. L’investimento è stato molto importante, ma “ne valeva la pena”.

Un altro esempio è il rifugio per le donne vittime di violenza, aperto nella città storica di Gissar, un elegante edificio a due piani di un’associazione fondata nel 2010 da Mavdžuda Khakimi, un’imprenditrice e attivista sociale del luogo. La casa è prevista per ospitare 20 donne con i loro bambini, che possono rimanere per tre mesi in modo da riprendersi dagli abusi, e prepararsi a una professione indipendente soprattutto nel settore tessile, e sono diverse decine di donne all’anno a usufruire di questa assistenza. C’è anche un laboratorio di cucina, per imparare a preparare le focacce e i piatti nazionali, dove si accolgono anche i turisti, aiutando l’iniziativa con piccoli introiti.

Il rifugio non è finanziato dalle amministrazioni pubbliche, e vive di sussidi provenienti da progetti a tempo determinato, tra cui anche da alcuni programmi dell’Onu, che hanno permesso l’installazione dei pannelli solari sul tetto due anni fa. Mavdžuda spiega che “questo ci ha permesso di ridurre le spese per l’energia elettrica fino al 30-40%” risparmiando circa 50 dollari al mese, dopo un investimento di oltre 5 mila dollari. I finanziamenti internazionali sono poi stati estesi anche ad altri edifici di Gissar, di proprietà di persone disponibili a partecipare a progetti sociali significativi, cambiando la vita dell’intera antica cittadina tagica, oggi un modello di progresso energetico sostenibile.

Un esperto tagico dell’Unione internazionale della custodia dell’ambiente, Farkhod Abdurakhmonov, spiega che “senza crediti e sussidi a condizioni favorevoli non sarà possibile una transizione a una vera produzione energetica green, e il Tagikistan ha un potenziale enorme per lo sviluppo dell’energia solare, ma siamo soltanto agli inizi di questo cammino”. Nel Paese si annunciano progetti molto importanti nel settore, comprese centrali da 200 megawatt nella regione di Sogdi e in quelle sud-occidentali, e secondo l’esperto “il sostegno statale comincia a diventare sempre più significativo”, aprendo ai tagichi delle nuove prospettive veramente solari.

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