08/04/2004, 00.00
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Leader sciita: L'imam Muqtada Al-Sadr non rappresenta tutti noi

di Pierre Balanian

Intervista esclusiva a Wael Al Rukadi,  segretario generale del Raduno delle Tribù Irakene

Nassiriyah (AsiaNews) - Si fa presto a pensare che si tratta di una rivolta di tutti gli sciiti iracheni contro l'occupazione. In realtà, i sostenitori di Muqtada Al-Sadr, 24 anni, sono frange di scontenti, legati al vecchio regime e all'Iran. E nella rivolta del giovane imam non mancano vendette personali e frustrazioni di potere. È quanto emerge da una  intervista Wael Al-Rukadi, vice-segretario generale del Raduno delle Tribù Irachene. Wael ha 42 anni e vive a Nassiriyah, una zona a prevalenza sciita, dove si trova pure il quartier generale dei militari italiani in Iraq. In passato, Wael si è occupato di giornalismo;  dopo la caduta del regime ha intrapreso la carriera politica. Nell'intervista telefonica concessa in esclusiva ad AsiaNews, egli esprime solidarietà verso gli italiani presenti a Nassiriya e afferma che un ritiro delle truppe straniere dall'Iraq prima del passaggio di potere "porterebbe solo al caos".

 

I media parlano di una "rivolta sciita". Esiste un' unità sciita che appoggia l'Imam Muqtada Al-Sadr?

Assolutamente no. Sayyed (titolo onorifico -n.d.r) Muqtada Al-Sadr non gode di un appoggio totale da parte di tutti gli sciiti iracheni. Al contrario ha molti contestatori fra i fedeli sciiti. La maggioranza degli sciiti è contraria e prende le distanze.

 

Che cosa lo rende capace di minacciare la stabilità interna irachena?

Le armi. I suoi sostenitori ricorrono alla forza e alle armi. Questo spiega tutto il gran parlare su di lui da parte della stampa.

 

Perchè tanto odio da parte del Sayyed Al-Sadr verso la Coalizione e il CGP?

Alla base di tutto c'è il suo desiderio di entrare a fare parte del CGP (Consiglio Governativo Provvisorio) dal quale lui e i suoi seguaci sono stati esclusi. Credo che la sua incapacità di essere notato e di realizzare questo suo desiderio sia uno dei motivi. La volontà di Sayyed Al-Sadr di destabilizzare la situazione interna si spiega anche col suo tentativo di sfuggire al mandato di cattura emesso dalla magistratura per omicidi a lui attribuiti. Vi è infine un'altra motivazione: quella delle forze esterne che tentano di destabilizzare il paese.

 

A quali forze esterne si riferisce?

All'Iran. Ed ai servizi segreti iraniani onnipresenti nelle zone sciite. I servizi segreti iraniani girano in tutta libertà; hanno potere nei media e un'influenza molto forte attraverso una certa stampa.

 

L'Imam Muqtada Al-Sadr rifiuta tuttavia una Marjaiyya [leadership spirituale infallibile – bdr] sciita e persiana. Egli tende a crearne una composta solo da arabi…

Presso gli sciiti diventa Margia'a colui che è degno di essere seguito, colui che è dotto ed ha una morale e spiritualità esemplare, nel senso che può essere preso come esempio. Muqtada Al-Sadr, non ha alcuna possibilità di diventare un Margia'a: gli manca l'età, la saggezza e lo studio approfondito. Il magro appoggio di cui gode oggi viene da alcuni Imam di moschee e da altre forze unite a lui per motivi prettamente politici e non religiosi. La gente di Falluja, ad esempio, vuole ingigantire la cosiddetta azione di Intifada o rivolta popolare, in realtà inesistente. Con queste azioni pretendono - e questo mi fa ridere – di essere in grado di fare evacuare  le truppe della coalizione dall'Iraq. Ma il numero crescente fra le vittime farà crescere un  effetto boomerang contro di loro. Presto la gente inizierà ad esprimere il proprio rifiuto alle azioni di Sayyed Muqtada Al-Sadr.

 

All'interno del paese chi sostiene Al Sadr?

Una minoranza composta di giovani esaltati, di età compresa fra i 20 e i 25 anni. Per quanto riguarda l'appoggio sciita, esso è fatto dai seguaci fedeli di suo padre l'Imam Mohamed Sadek Al-Sadr. Ma nessun partito o organizzazione sciita irachena lo appoggia.  In compenso Sayyed Al-Sadr è sostenuto dal vecchio apparato, dall'oligarchia del partito Baas, rimasti come lui fuori del potere.

É strano vedere un'alleanza fra un'esponente sciita e gli ex- Basisti. Ma questi ultimi sono disposti ad allearsi con il diavolo, pur di raggiungere i loro scopi politici.

 

Chi può riportare alla calma il giovane Imam ribelle?

Sicuramente l'ayatollah Sayyed  Ali Al-Sistani . L'ayatollah è noto per la sua repulsione alla violenza e per la soluzione pacifica dei problemi. Una decisa posizione da parte sua frenerebbe subito i sostenitori di Al-Sadr.

 

L'ayatollah Al-Sistani ha invitato alla calma, ma perché ritarda un intervento decisivo?

Credo che l'ayatollah Al-Sistani sia contrario a qualsiasi divisione inter-sciita. E' una persona calma e saggia. Preferisce non intromettersi in diatribe senza possibili via di uscita. Prima di pronunciarsi vuole accertarsi della sicura obbedienza ai suoi dettami da parte dei sostenitori di Sayyed  Muqtada Al-Sadr. E' chiaro che una soluzione pacifica dovrà avvenire con qualche concessione da parte della coalizione. Come ad esempio il rilascio di alcuni detenuti innocenti, pensare di dare un ruolo anche al gruppo minoritario del Sayyed  Muqtada Al-Sadr all'interno del CGP, assegnando il potere attraverso il voto delle masse. Democraticamente parlando, nel caso avesse veramente dei votanti a suo favore, anche il Sayyed Al-Sadr, potrebbe avere un ruolo politico nel futuro governo. Sono necessarie alcune concessioni da parte degli americani per non far sentire umiliato il popolo iracheno.

 

Come sciita, come vede la presenza delle truppe straniere in Iraq?

Qualsiasi ritiro delle truppe straniere prima del passaggio di potere, delle elezione e del ritorno della stabilità, getterebbe il paese nel caos e condurrebbe ad una guerra civile.

 

Ma i carabinieri italiani sono stati attaccati a Nassiriya…

I soldati italiani sono molto amati dalla gente di Nassiriyah. A scatenare i violenti incidenti sono state persone venute da fuori, precisamente da Falluja e dalla parte ovest del paese. Sono proprio le persone di Falluja ad aver introdotto armi sofisticati nella città. I soldati italiani non hanno mai iniziato per primi ad aprire il fuoco né hanno mai aggredito: si sono solo difesi. Lo ripeto: i soldati italiani sono molto amati dalla nostra gente. La popolazione locale, è favorevole al ritorno della stabilità e al disarmo delle truppe irregolari.

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