15/06/2006, 00.00
INDONESIA
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Leggi ispirate alla sharia, Jakarta rimanda il problema ai governi locali

Dopo l'appello di 56 parlamentari, che chiedevano al presidente la revoca di ordinanze locali ispirate alla legge islamica, il ministero degli Interni risponde passando la palla ai 33 governatori. Decideranno loro sull'incostituzionalità delle norme contestate.

Jakarta (AsiaNews/Jp) – Sul problema dell'incostituzionalità di leggi locali ispirate alla sharia (legge islamica, ndr) il governo indonesiano respinge la richiesta di intervenire e rimanda ai singoli governatori il compito di giudicare. È questa, in sostanza, la risposta del ministro degli Interni, Muhammad Ma'ruf, alla petizione di 56 parlamentari, che il 13 giugno scorso, hanno chiesto al presidente Susilo Bambang Yudhoyono di cancellare tali norme, perché "pericolose" per la stessa unità del Paese.

L'iniziativa trasversale era stata dettata dai timori per la "strisciante" islamizzazione dell'Indonesia, il più grande Paese musulmano al mondo. Ma Jakarta non sembra altrettanto preoccupata.

Ma'ruf ha spiegato ieri che saranno i 33 governatori a decidere se le leggi locali contraddicono la Costituzione oppure no. Le eventuali normative ritenute anticostituzionali dovranno essere inviate al governo centrale per ulteriori discussioni. Il ministro ha poi aggiunto che ogni legge giudicata incostituzionale o violante i cinque principi della Pancasilia sarà revocata.

La legge del 2004 sul governo regionale conferisce al ministro degli Interni l'autorità di abrogare ogni regolamentazione locale, che violi le leggi provinciali o nazionali. Secondo la stessa legge, il ministro ha la facoltà di impedire ai governi locali di far passare legislazioni, che egli giudica controverse. Chi vuole discutere la validità di ordinanze locali, può chiederne una revisione alla Corte Suprema.

In seguito all'entrata in vigore dell'autonomia regionale, 22 reggenze e municipalità hanno adottato leggi influenzate dalla sharia: alcune criminalizzano comportamenti proibiti dalla legge islamica come adulterio, prostituzione, gioco d'azzardo, alcolismo e restringono le libertà delle donne.

L'appello per eliminare tali leggi è sostenuto anche da numerosi intellettuali musulmani. Secondo lo studioso Muhammad Syafii Ma'arif, Jakarta non deve esitare nel ritirare le ordinanze d'ispirazione islamica, "la cui applicazione creerà solo divisione sociale".

Dal canto suo, Widodo Adisucipto, ministro per gli Affari politici, legali e della sicurezza, ha annunciato che il governo ha intenzione di rivedere tutte le leggi locali ritenute problematiche. Secondo quanto dichiarato dal ministro stesso, più dell'85% delle ordinanze locali sono piene di contraddizioni e molte frenano gli investimenti dall'estero.

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