Leone XIV: 'Non siamo stati creati per la mancanza, ma per la pienezza'
All'udienza in piazza San Pietro il pontefice ha continuato il ciclo giubilare di catechesi con l'ultimo segmento sulla Resurrezione e "le sfide del mondo attuale". "Vorremmo essere felici, eppure è molto difficile riuscire a esserlo", ha detto. Gesù Risorto è "la fonte che soddisfa la nostra arsura". Egli è "compagno" di viaggio e "punto di arrivo del nostro andare".
Città del Vaticano (AsiaNews) - “Non siamo stati creati per la mancanza, ma per la pienezza”. L’ha affermato papa Leone XIV all’udienza generale di questa mattina, tenuta come di consueto in piazza San Pietro dalle ore 10. Il pontefice ha iniziato l’ultimo segmento di catechesi per l’anno giubilare - ciclo dal tema “Gesù Cristo nostra speranza” - incentrato sulla Resurrezione e “le sfide del mondo attuale”.
Oggi, nella riflessione dal titolo “Il Risorto, fonte viva della speranza umana”, ha sottolineato il “desiderio abissale del nostro cuore”, che non trova il suo appagamento nei “ruoli”, nel “potere”, o “nell’avere”, “ma nella certezza che c’è qualcuno che si fa garante di questo slancio costitutivo della nostra umanità”.
Così, davanti a oltre 60mila fedeli giunti da tutto il mondo - salutati da un lungo giro sulla papamobile prima dell’inizio dell’incontro - Prevost ha indicato che l’intenzione della catechesi è sprigionare “la luce di salvezza” della Resurrezione “a contatto con la realtà umana e storica attuale, con le sue domande e le sue sfide”. E ha parlato una “situazione paradossale” che attanaglia oggi le esistenze delle persone. “La nostra vita è scandita da innumerevoli accadimenti, colmi di sfumature e di vissuti differenti”, ha affermato. Sfumature che comprendono momenti di gioia, gratificazione, appagamento, ma anche stress e demotivazione. “Viviamo indaffarati”, e allo stesso tempo “sospesi”.
“Restiamo […] precari, in attesa di successi e riconoscimenti che tardano ad arrivare o non arrivano affatto”, ha continuato. E la "situazione paradossale" è che “vorremmo essere felici, eppure è molto difficile riuscire a esserlo in modo continuativo e senza ombre”. Nel profondo di ogni uomo e di ogni donna, in realtà, “manca sempre qualcosa”. Un desiderio di “pienezza” che si fa attesa speranzosa e “che non sarà delusa o vanificata”. “Sorelle e fratelli, Gesù Risorto è la garanzia di questo approdo! È Lui la fonte che soddisfa la nostra arsura”, ha continuato Leone XIV nella catechesi di oggi.
Il pontefice ha sottolineato che la Resurrezione di Cristo è l’evento che ha trasformato “dall’interno” la Storia umana. Ha quindi illustrato le caratteristiche della fonte d’acqua: “Disseta e rinfresca le creature, irrora la terra, le piante, rende fertile e vivo ciò che altrimenti resterebbe arido”. È “un dono gratuito”, in quanto “senza acqua non si può vivere”. Allo stesso modo, “il Risorto è la fonte viva che non inaridisce e non subisce alterazioni”. È “pronta” per chiunque, e più la “gustiamo”, più “ne siamo attratti”. Un “inesauribile anelito” che Sant’Agostino esprime nel suo Inno alla Bellezza: “Mi toccasti, e arsi di desiderio della tua pace”.
La Resurrezione è, quindi, “una permanente fonte di vita”, capace “di offrirci ristoro nel cammino terreno e assicurarci la quiete perfetta nell’eternità”. “Solo Gesù morto e risorto risponde alle domande più profonde del nostro cuore”, ha aggiunto Leone XIV. Le risposte non vengono calate "dall’alto", in quanto Egli si fa “nostro compagno in questo viaggio spesso faticoso, doloroso, misterioso”; permette di “sperimentare di essere sorretti”. E allo stesso tempo è “il punto di arrivo del nostro andare”.
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