22/05/2015, 00.00
SIRIA - IRAQ
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Lo Stato islamico conquista tutto il confine fra Siria e Iraq

I terroristi prendono il controllo dell’ultima zona di frontiera sotto il controllo dell’esercito governativo siriano. Nelle mani dei jihadisti 95mila mq di territorio, circa il 50% del totale. Successi militari anche nel vicino Iraq. Per Washington quella del Califfato "è una sfida sempre più difficile da affrontare".

Damasco (AsiaNews/Agenzie) - In queste ore le milizie dello Stato islamico hanno conquistato anche l’ultimo punto di confine fra Siria e Iraq, finora sotto il controllo del governo di Damasco. A riferirlo sono l’Osservatorio siriano per i diritti umani (Sohr), gruppo attivista con base a Londra, e una serie di informatori presenti sul territorio. Per i jihadisti si profila dunque un nuovo successo sul piano militare, all’indomani della  presa di Palmira, patrimonio dell’umanità Unesco e area strategica di collegamento fra la capitale e l’est del Paese. Commentando gli ultimi sviluppi del conflitto, il governo statunitense sottolinea che la lotta contro lo Stato islamico si rivela una “sfida sempre più difficile” da affrontare. 

Fonti locali citate da Sohr confermano che, in seguito all’avanzata dei miliziani, le forze governative fedeli al presidente Bashar al-Assad hanno abbandonato l’area di frontiera di al-Tanf, nota come al-Waleed in Iraq. Ora lo Stato islamico (SI) controlla “oltre 95mila km quadrati” in territorio siriano, che costituisce il 50% di tutto il Paese. I miliziani dominano le province di Deir Ezzor e Raqqa e possono vantare una forte presenza ad Hasakeh, Aleppo, Homs e Hama.

Tuttavia, secondo esperti ed analisti va sottolineato il fatto che molti di questi territori nelle mani dello SI non rivestono una importanza significativa a livello strategico. 

Oltre che in Siria, il cosiddetto “Califfato” di Abu Bakr al-Baghdadi starebbe ottenendo diversi successi sul piano militare anche nel vicino Iraq, con la recente cattura di Ramadi dopo settimane di intensi combattimenti. Per la coalizione internazionale guidata da Washington che combatte lo SI si tratta di significativi “passi indietro” nella campagna militare; tuttavia, secondo il presidente Barack Obama la guerra “non è ancora perduta”. 

Negli ultimi due giorni l’aviazione statunitense e i suoi partner nell’alleanza anti-califfato hanno sferrato almeno 18 raid aerei in Siria e Iraq. Otto di questi avevano come obiettivo unità tattiche in territorio siriano, oltre a posizioni strategiche di combattimento nei pressi di Al Hasakah, Aleppo, Raqqa e Kobane. 

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