Luci (e ombre) della crescita economica in Kazakhstan
Il contributo principale alla crescita dall’industria mineraria, ma si registrano indici postivi anche in tema di trasporti. La previsione degli analisti per fine dell’anno è un + 5,6% del Pil. Ma per gli esperti “il modello rimane vulnerabile, troppo legato alle materie prime e ai sussidi, e manca di stabilità”. La crescita degli stipendi e delle pensioni “mangiata” dall’inflazione.
Mosca (AsiaNews) - L’economia del Kazakistan presenta indicatori di crescita come l’aumento del 6,4% del Pil nei primi dieci mesi del 2025 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, ma secondo gli analisti questo non basta per elevare le condizioni di gran parte della popolazione, che rimane ai limiti della soglia di povertà. In generale l’economia kazaca si basa sulle materie prime, sui sussidi statali e sulle linee di credito, come rilevano gli esperti consultati da Orda.kz.
Gli analisti kazachi di Halyk Finance hanno diffuso in questi giorni una relazione in base alla quale si osserva che l’economia del Paese sta accelerando nei confronti dei primi mesi dell’anno, secondo gli indicatori a breve termine che proiettano un +9,1% per i settori cruciali, anche se inferiore al 9,6% di agosto. Il contributo principale alla crescita è dato dall’industria mineraria, anzitutto per le estrazioni di petrolio, mentre la produzione in generale sta rallentando al 5,8% rispetto al 6,2% del mese precedente, soprattutto nel settore dei macchinari, del metallo e in quello dei generi alimentari, come illustra la principale analista Saltanat Igenbekova. Cresce il commercio all’ingrosso oltre il 9%, in modo abbastanza sorprendente rispetto ai redditi reali della popolazione, e al calo del sistema dei crediti al consumo.
Il settore che registra la crescita più evidente è quello dei trasporti, fino al 20,7%, pur con qualche rallentamento anche in questo ambito, soprattutto nei flussi dei gasdotti e nei trasporti su ferrovia. L’edilizia aggiunge un 15,1%, grazie ai sostegni dei progetti infrastrutturali dello Stato, mentre nelle comunicazioni la crescita è solo del 4%, relativa ai servizi internet, ma diminuiscono gli investimenti, che sono al 13,5% rispetto al 14,3% di agosto. Igenbekova ritiene che lo stimolo fiscale, senza nuove immissioni da parte del Fondo Nazionale, non riuscirà a imprimere un effetto positivo.
L’economia kazaca sta affrontando gli effetti dell’elevata base imponibile dell'anno scorso, e la previsione degli analisti per la fine dell’anno è una crescita complessiva del 5,6% del Pil, nonostante gli organi statali si mantengano legati al 6%. Secondo l’esperta “il modello economico rimane vulnerabile, troppo legato alle materie prime e ai sussidi, e quindi manca di stabilità nelle condizioni di grande pressione esterna, e di cambiamenti nel sistema mondiale dei prezzi”. La crescita degli stipendi e delle pensioni viene “mangiata” dall’inflazione sempre molto elevata, e i consumi si mantengono grazie all’aumento del sistema creditizio; le spese per i generi alimentari hanno raggiunto il 52,5% del bilancio medio delle famiglie, un segnale di impoverimento della popolazione, che potrebbe ulteriormente scivolare verso il basso.
Il Fondo Valutario internazionale ha comunicato che il Pil del Kazakistan per ogni persona supererà gli indicatori di Russia e Cina, fino a raggiungere i 14,77 mila dollari, in realtà senza riflettere i redditi reali, ma limitandosi a calcolare i guadagni corporativi e le spese di bilancio. La maggior parte dei kazachi non riesce a provarne gli effetti, in quanto il flusso principale dei soldi staziona nei settori delle materie prime e della finanza.
Il Kazakistan è nel complesso l’economia più importante di tutta l’Asia centrale, anche rispetto al più popoloso Uzbekistan, per le sue risorse e la posizione strategica per tutti gli itinerari di trasporti e commercio. Uno dei problemi degli ultimi tempi è la difficoltà a regolare il traffico proveniente dalla Cina e diretto verso la Russia, con code infinite di camion alle frontiere per controllare che non vengono lasciati passare enormi quantitativi di “materiali grigi” o di aggiramento delle sanzioni. Il problema principale rimane però la giusta distribuzione dei profitti, che sono tradizionalmente accaparrati dai clan oligarchici senza riuscire a sostenere la massa della popolazione, soprattutto nelle regioni più povere di materiali, quelle settentrionali e orientali.
31/01/2023 17:05





