05/04/2023, 12.40
CINA-UE
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Macron e von der Leyen da Xi Jinping: sul piatto Ucraina e commercio

I due leader vogliono mostrare un fronte unito Ue nei rapporti con Pechino. Si aspettano pressioni per convincere il presidente cinese a intervenire per fermare il conflitto ucraino. Parigi interessata a nuovi contratti con i cinesi. La presidente della Commissione europea ha una posizione più dura verso la Cina.

Pechino (AsiaNews) – La pace in Ucraina e il delicato dossier dei rapporti commerciali tra Unione europea e Cina. Sono questi i due temi principali che Emmanuel Macron e Ursula von der Leyen metteranno sul piatto durante la loro visita cinese da oggi al 7 aprile.

Le relazioni politiche sino-europee sono diventate più conflittuali dopo lo stop nel 2021 al patto sugli investimenti tra le due parti, e alla luce del sostanziale appoggio cinese all’invasione putiniana dell’Ucraina.

Il capo di Stato francese ha invitato la presidente della Commissione europea per una missione congiunta come segno di unità europea. A novembre Parigi aveva criticato Olaf Scholz per la sua incursione in solitaria a Pechino: un tentativo, a detta del cancelliere tedesco, di superare le crescenti tensioni tra governo cinese ed Europa; secondo i critici, il solito gioco di Berlino per tutelare i grandi interessi industriali della Germania in Cina.

Macron e von der Leyen diranno a Xi di usare il proprio ascendente su Putin per fermare il conflitto in Ucraina. I due leader europei chiederanno al presidente cinese di evitare almeno un aperto sostegno a Mosca – tradotto: che Pechino invii armi ai russi.

La Cina ha presentato di recente una vaga “proposta di pace”. Usa ed Europa l’hanno respinta, dato che non condanna l’aggressione russa e non chiede in modo chiaro il ritiro delle forze di Mosca dal territorio ucraino.

Macron coglierà comunque l’occasione per strappare vantaggiosi contratti commerciali. Con lui viaggiano più di 50 manager di aziende francesi, tra cui quello di Airbus, pronta a concludere un grosso ordine per la vendita di velivoli ai cinesi.

Il presidente francese dovrà muoversi però con cautela: una eccessiva disponibilità nei confronti di Pechino irriterebbe gli Usa e i Paesi Ue – soprattutto nell’Europa orientale – sempre più indispettiti dai legami del gigante cinese con il Cremlino e dalle sue pressioni verso Taiwan.

Da tempo Xi cerca di “separare” l’Europa da Washington, e vede in Macron l’interlocutore più adatto. Con una certa genericità, il capo dell’Eliseo ha parlato più volte della necessità che l’Europa guadagni una propria “autonomia strategica” (dagli Usa).

Il 30 marzo, in un discorso molto duro, von der Leyen, ha dichiarato che l’evoluzione dei rapporti tra la Cina e Putin sarà il “fattore determinate” per il futuro delle relazioni sino-europee. La politica tedesca ha ribadito che l’Europa deve ridurre il rischio della dipendenza dalla Cina in settori chiave come minerali strategici, batterie e pannelli solari. In un chiaro allineamento con Washington, ha sottolineato che la Ue deve limitare anche l’accesso di Pechino a tecnologie avanzate.

La Commissione Ue dovrebbe presentare a giugno una nuova strategia di sicurezza economica che prevede di bloccare gli investimenti delle compagnie europee in settori sensibili dell’economia cinese. Il 28 marzo le istituzioni europee hanno trovato anche un accordo sui principi alla base di uno strumento “anti-coercizione” da impiegare contro azioni commerciali intimidatorie come quelle adottate dalla Cina contro la Lituania dal 2021.

Nello spazio Ue sono già in vigore direttive per proteggere il mercato europeo dal dumping (vendita sottocosto) commerciale praticato dalla Cina, e dai sussidi governativi alle esportazioni alle imprese cinesi, e un meccanismo per vagliare gli investimenti da Paesi terzi nei settori strategici degli Stati membri.

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