04/03/2009, 00.00
PAKISTAN
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Maktaba-e-Anaveem per insegnare teologia a cristiani e musulmani

di Qaiser Felix
Compie venti anni l’istituto fondato dal biblista Emmanuel Asi. Corsi di formazione aperti a tutti; gruppi di lavoro in 16 città del Paese; oltre 170 pubblicazioni realizzate sino ad oggi. Un’opera apprezzata anche da protestanti e musulmani.
Lahore (AsiaNews) - Venti anni di attività spesi a insegnare teologia alla gente comune del Paese dove solo il 2% della popolazione è cristiana, mentre i musulmani sono oltre 130milioni, l’85% degli abitanti. È la storia del Maktaba-e-Anaveem Pakistan (Map) conosciuto anche come Istituto teologico per i laici nato nel 1989 da un idea di padre Emmanuel Asi, biblista e sacerdote dell’arcidiocesi di Lahore.
 
Il 28 febbraio il Map ha celebrato il suo 20mo anniversario con una solenne celebrazione presso la sua sede centrale a Sadhoke, un villaggio nel distretto di Gujranwala nel Punjab. Padre Asi racconta ad AsiaNews che oltre 10mila persone hanno beneficiato delle attività del Map: “Noi accogliamo nei nostri gruppi uomini e donne di ogni fede, senza discriminazione. Chiunque è interessato ad imparare la teologia contestuale può venire nei nostri gruppi”.
 
Cattolici, protestanti, ma anche musulmani e fedeli di altre religioni frequentano le attività dell’istituto che può contare su una rete di 16 gruppi sparsi in varie città del Pakistan. Il Map organizza corsi di formazione che comprendono seminari e momenti di studio. Il Map realizza anche pubblicazioni teologiche: nei 20 anni di attività ha editato circa 170 volumi destinati sia ai fedeli cattolici che protestanti e apprezzati anche da studiosi islamici.
 
Alle celebrazioni per l’anniversario hanno partecipato diverse personalità della Chiesa cattolica del Pakistan. Mons. Lawrence John Saldanha, arcivescovo di Lahore, ha ricordato che il servizio offerto del Map risponde all’insegnamento del Concilio Vaticano II che invita i laici ad una formazione seria e costante nella fede. Il presule ha sottolineato inoltre che l’apertura dell’Istituto a chiunque lo desideri, incluse le donne, è un contributo all’affermazione della libertà religiosa. Mons. Jospeh Coutts, vescovo di Faisalabad, ha ringraziato padre Asi per il contributo alla formazione dei laici e alla loro responsabilizzazione nella vita della Chiesa, sottolineando poi l’importanza delle pubblicazioni in lingua urdu.
 
Messaggi di auguri sono giunti dall’arcivescovo di Karachi, mons. Evaristo Pinto, e dal vescovo di Peshawar, mons. Mano Rumal Shah, ma anche da personalità della società civile e appartenenti ad altre religioni. Tra questi Rehman Faiz, musulmano e rappresentante di Amnesty International in Pakistan, che nel suo messaggio a padre Azi ha espresso apprezzamento “per l’impegno svolto dal Maktaba-e-Anaveem Pakistan con le sue pubblicazione nei diversi ambiti e nel dialogo per una migliore comprensione tra i popoli, le comunità e le religioni”.
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