14/11/2015, 00.00
CAMBOGIA
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Mandato di arresto per Sam Rainsy, leader dell’opposizione cambogiana

Alla base del provvedimento una accusa di diffamazione vecchia di sette anni. Ondata di proteste nel Paese. Per i critici essa non ha base giuridica, ma solo “ragioni di natura politica”. Egli al momento è impegnato in una missione all’estero, fra Tokyo e Seoul; al rientro in patria rischia il carcere.

Phnom Penh (AsiaNews/Agenzie) - Un tribunale cambogiano ha emesso un mandato di arresto nei confronti del leader dell’opposizione Sam Rainsy, in base a un’accusa di diffamazione vecchia di sette anni. Il provvedimento diffuso ieri pomeriggio dai giudici ha subito sollevato una ondata di proteste nel Paese; secondo i critici essa non ha alcuna base giuridica ma sarebbe solo “ragioni di natura politica” alle spalle.

In questi giorni il leader del National Rescue Party si trova in Giappone e Corea del Sud per un viaggio di lavoro; fonti vicine al partito di governo riferiscono che egli, al rientro in patria, verrà subito arrestato perché avrebbe perso da tempo l’immunità parlamentare, conseguenza di una precedente condanna.

Le accuse si riferiscono a una vicenda del 2008, quando Rainsy ha accusato il ministro degli Esteri Hor Namhong di aver diretto una prigione ai tempi del regime dei Khmer rossi; per questo ha ricevuto una condanna a due anni e una multa di circa 2mila dollari.

Nei giorni scorsi il premier Hun Sen aveva minacciato azioni legali contro il leader dell’opposizione, per alcuni commenti rilasciati durante la tappa a Tokyo del suo viaggio. Egli avrebbe messo in dubbio la reale intenzione del partito di governo di procedere con le elezioni generali in programma nel 2016 e nel 2017.

Attivisti e gruppi pro diritti umani in Cambogia affermano che la decisione di arrestare il leader dell’opposizione è un “atto perpetrato da politici che non vogliono usare metodi pacifici per dirimere le controversie” e finirà per minare la stabilità del Paese.

Sam Rainsy, leader dell’opposizione cambogiana, per anni ha vissuto in esilio volontario in Francia; nel 2010 è stato condannato in contumacia a 10 anni di prigione per aver manipolato documenti e informazioni per il pubblico. Egli ha sempre negato ogni accusa, sostenendo che il premier Hun Sen (uomo forte della Cambogia) usava il sistema giudiziario per eliminare l'opposizione, il Cambodia National Rescue Party. Il 12 luglio 2013 il governo ha concesso la grazia a Rainsy, consentendogli così di partecipare alle elezioni, vinte ancora una volta dal premier e dal suo partito, il Cambodian People's Party, da 30 anni al potere.

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