19/01/2022, 12.15
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Mar Cinese meridionale: Pechino cambia strategia per le sue pretese territoriali

Lo denuncia il ministro malaysiano degli Esteri. La Cina rivendica i “Four Sha”, quattro arcipelaghi della regione, più che la “Nine-Dash line”. La sostanza non cambia: secondo gli esperti entrambe le teorie non hanno appigli giuridici. Negli ultimi mesi navi cinesi coinvolte in incidenti con Malaysia e Indonesia.

Pechino (AsiaNews) – La Cina cambia strategia per giustificare le sue pretese territoriali sul Mar Cinese meridionale. Come riportato da Radio Free Asia e BenarNews, il ministro malaysiano degli Esteri Saifuddin Abdullah fa notare che Pechino ora parla più dei “Four Sha” che della tradizionale “Nine-Dash line”.

Una sentenza pronunciata nel 2016 dalla Corte internazionale di arbitrato dell’Aia ha definito “senza basi” le rivendicazioni cinesi su quasi il 90% di questo vasto specchio di acqua. Secondo la corte arbitrale, la Nine-Dash line, la demarcazione territoriale rivendicata da Pechino secondo motivazioni storiche, non ha alcun fondamento legale e viola la Convenzione Onu sul diritto del mare (Unclos).

Pechino non riconosce le conclusioni del tribunale dell’Aia, investito del caso dalle Filippine. Insieme a Vietnam, Malaysia, Taiwan e Brunei, e con l’attivo sostegno degli Usa, Manila è uno dei Paesi che contesta l’espansionismo della Cina nel Mar Cinese meridionale. Ciò non ha impedito ai cinesi di occupare e militarizzare diverse isole e banchi coralliferi dell’area.

Secondo Abdullah, la teoria legale dei Four Sha è anche più insidiosa della Nine-Dash line. Essa si fonda sui “diritti storici” che la Cina avanza su quattro arcipelaghi del Mar Cinese meridionale: Spratly, Paracel, Pratas e Macclesfield Bank.

Nella sostanza, osserva il ministro malaysiano, le pretese di Pechino non cambiano. L’operazione sembra un tentativo di abbandonare una linea legale che risulta troppo facile da contestare. Diversi esperti sostengono però che anche la teoria dei Four Sha ha scarsi appigli giuridici.

Molti degli affioramenti riconducibili ai quattro arcipelaghi sono banchi di sabbia o coralliferi che rimangono sommersi con l’alta marea; per giunta Macclesfield Bank è in pratica sott’acqua tutto l’anno: secondo l’Unclos questa caratteristica non giustifica rivendicazioni territoriali e mantiene l’area in questione come spazio internazionale. Sono le stesse conclusioni presentate questo mese in un rapporto del dipartimento di Stato Usa, anche se il documento non cita i Four Sha.

Da anni si verificano incidenti per le rivendicazioni della Cina nel Mar Cinese meridionale. Con una serie di operazioni navali, negli ultimi mesi Pechino ha contestato le attività esplorative di gas e petrolio compiute dalla Malaysia al largo di Sabah. I cinesi hanno fatto lo stesso nei confronti dell’Indonesia a nord delle isole Natuna. La Cina non ha pretese territoriali su questo arcipelago indonesiano di 272 isole, ma rivendica il diritto di sfruttare le sue pescose acque, andando incontro alla ferma opposizione di Jakarta.

Con l’obiettivo di ridurre le tensioni, l’Associazione dei Paesi del sud-est asiatico è impegnata a negoziare con Pechino un “codice di condotta” per la navigazione nel Mar Cinese meridionale. I negoziati si trascinano però dal 2016 con scarsi risultati, soprattutto perché i cinesi si rifiutano di attribuire al documento un valore legale vincolante.

 

(Foto RFA)

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