20/05/2022, 12.18
MEDIO ORIENTE
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Mecc: salvaguardare la presenza cristiana, tutelare i luoghi santi

Dal 16 al 20 maggio l’Egitto ha ospitato per la prima volta l’Assemblea generale, alla 12ma edizione, del Consiglio delle Chiese del Medio oriente. I leader cattolici, evangelici, ortodossi invitano a contrastare “violenza e fanatismo”, rilanciando il dialogo con l’islam e la tutela del creato. L’appello per i vescovi di Aleppo scomparsi dal 2013. 

 

Il Cairo (AsiaNews) - Violenza e fanatismo, clima e ambiente, emigrazione e tutela dei luoghi santi a partire da Gerusalemme, dove “la presenza cristiana deve essere salvaguardata in un’ottica di pace nella regione e in tutto il mondo”. Sono solo alcuni dei punti (12 in totale) contenuti nella dichiarazione finale della 12ma Assemblea generale del Consiglio delle Chiese del Medio oriente (Mecc), che si è conclusa oggi in Egitto dopo cinque giornate intense di lavori. Fra gli obiettivi dell’incontro, posticipato rispetto alla data originaria a causa della pandemia, l’urgenza di “restituire […] speranza” ai credenti colpiti da “tragedie e difficoltà” di varia natura ed entità. 

Nel documento finale i leader cristiani ricordano il bisogno di “rinunciare alla violenza e al fanatismo di ogni tipo e forma” e contrastare “terrorismo, esclusione e discriminazione” basati sulla “religione, razza, colore e sesso”. A questo si aggiunge l’invito a manifestare iniziative e progetti di solidarietà “con emarginati e vulnerabili, rifugiati e sfollati interni”, oltre a rivolgere un invito a capi politici e comunità internazionale perché “si adoperino per un ritorno nella loro terra”. Bisogna “rispettare la libertà di credo, consolidare i valori della cittadinanza e di vita comune con i fratelli musulmani, con i quali condividiamo il rispetto reciproco”.

All’insegna dello slogan “Coraggio! Io sono lui. Non aver paura!” (Mt 14,27) dal 16 al 20 maggio in Egitto si sono svolti i lavori della 12ma Assemblea generale Mecc per discutere e approfondire temi e urgenze dei cristiani della regione, con uno sguardo al futuro in chiave ecumenica. Per la prima volta l’assise si è tenuta nel Paese dei faraoni, su ospitalità dalla Chiesa copta ortodossa locale guidata da Tawadros II e con la partecipazione di 21 chiese mediorientali e 17 patriarchi e capi di comunità. Fra questi erano presenti il primate caldeo, il card. Louis Raphael Sako, il patriarca di Gerusalemme dei latini Pierbattista Pizzaballa, Mor Ignatius Aphrem II patriarca di Antiochia, leader ortodossi ed evangelici, religiosi e laici della regione e della diaspora nel mondo.

Le giornate di lavoro sono state contraddistinte da incontri, sessioni, momenti di preghiera e riflessione, testimonianza cristiana e dialogo ecumenico, oltre alla relazione del segretario generale Mecc Michel Abs. L’assemblea generale è l’autorità suprema del Consiglio - fondato nel 1974 a Nicosia e con sede oggi a Beirut, in Libano - e si riunisce in sessione ordinaria ogni quattro anni per discutere di questioni relative alla presenza cristiana in Medio oriente. Tuttavia, la pandemia di Covid-19 e le restrizioni imposte a livello globale in risposta all’emergenza sanitaria hanno portato alla cancellazione dell’appuntamento in programma, in origine, nel 2020.

I leader cristiani hanno discusso dei temi economici e delle “crisi dilaganti” nei Paesi della regione e che alimentano le “sofferenze di popoli”. L’assemblea ricorda “con dolore” il fenomeno migratorio cristiano, definito una “emorragia” che colpisce in particolare i giovani. Vi è poi la questione riguardante i cambiamenti climatici e il summit sul clima Cop27 che si terrà a Sharm El-Sheikh, in Egitto, a novembre, in cui sarà prioritario difendere il creato, nostra “casa comune” come l’ha definita papa Francesco. Infine, vi è l’appello ai governi internazionali perché si adoperino a favore delle persone sequestrate o scomparse “in particolare - afferma il documento - i vescovi di Aleppo Paul Yazigi e Youhanna Ibrahim” di cui non si hanno più notizie dal 2013. 

La dichiarazione finale si chiude con un invito alla preghiera per la pace e la stabilità in Medio oriente, la fine di guerre e conflitti, il superamento della pandemia e una politica di contrasto efficace alla crisi economica. “Chiediamo misericordia per le vittime delle violenze - si chiude il testo - e consolazione per gli afflitti”. 

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