28/12/2009, 00.00
COREA DEL SUD
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Messa di Natale per le vittime della tragedia di Yongsan

di Theresa Kim Hwa-young
Lo scorso 25 dicembre oltre 1000 tra cattolici, buddisti e laici hanno ricordato le vittime dell’incendio avvenuto nel centro di Seoul il 20 gennaio 2009. Esso era costato la vita a 5 persone che manifestavano contro gli sgomberi forzati delle loro abitazioni. Ancora impuniti i reali responsabili della tragedia. Polizia e governo accusati di reprimere in modo brutale il dissenso popolare e di insabbiare le prove.

Seoul (AsiaNews) – Nel quartiere di Yongsan (Seoul), oltre 1000 tra cattolici e buddisti hanno partecipato lo scorso 25 dicembre alla speciale messa di Natale per le vittime dell’incendio avvenuto il 20 gennaio 2009. Questo si era sviluppato in seguito agli scontri tra polizia e persone che manifestavano contro gli sgomberi forzati dovuti al piano di ristrutturazione della zona. Sei le persone rimaste uccise nel rogo. Le celebrazioni del 25 dicembre sono state organizzate sul luogo della tragedia dai membri dell’associazione Preti cattolici per la giustizia (Cpaj), che da mesi chiedono al governo di fare luce sull’accaduto e di arrestare i reali responsabili dell’incendio.

“Questa messa di Natale non segna la fine delle proteste “, afferma p. Peter Lee Kang direttore del Catholic Urban Poor of Patoral Comitee di Seoul”. “Noi – aggiunge - continueremo  ogni giorno a celebrare una messa davanti al Namildang Building finché non verrà fatta luce sulla tragedia”. Da marzo il Cpaj celebra una messa in onore delle vittime. Ad essa partecipano anche protestanti, buddisti e attivisti per i diritti umani.

 La tragedia risale al 19 gennaio scorso, quando un gruppo di dimostranti sale sul tetto di uno stabile del quartiere e inscena una protesta contro i bassi indennizzi accordati per la demolizione delle loro case a Yongsan, nel centro di Seoul. Lo sfratto era motivato da un piano di riqualificazione del quartiere, che prevedeva l’abbattimento di alcune abitazioni. Il 20 gennaio la polizia, senza alcuna mediazione, tenta un’operazione a sorpresa per arrestare i manifestanti. Questi erano armati di ordigni incendiari. Nello scontro viene appiccato il fuoco al tetto dello stabile. Nel rogo muoiono cinque dimostranti e un agente di polizia, 17 i feriti.  A tutt’oggi non si conoscono le reali cause dell’incendio, ma il 28 ottobre la corte ha condannato a sei anni di reclusione sette dei nove dimostranti con l’accusa di omicidio colposo. Ciò, nonostante le istruzioni che prevedevano la raccolta di ulteriori prove per far luce sul caso, che vedrebbero fra i responsabili forze dell’ordine e guardie private delle società immobiliari. Intanto, le famiglie delle vittime attendono da mesi di celebrare i funerali dei propri cari. Le loro salme sono ancora depositate presso l’obitorio del Soon Chung Hyang University Hospital. Per ora nessuno sa quando potranno essere restituite ai parenti. 

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